Diocesi: mons. Moscone (Manfredonia), “denunciare ogni malaffare, anche a rischio di essere scomodi”

“Non c’è annuncio di Vangelo e impegno civile che esima, quando serve (… e come che serve!) dal denunciare”. Lo ha detto l’arcivescovo di Manfredonia, mons. Franco Moscone, nell’omelia pronunciata in occasione della festa di san Lorenzo Majorano, patrono della città e dell’arcidiocesi. “Si deve rischiare di essere e di risultare scomodi, di non avere facili consensi e approvazioni accomodanti – ha aggiunto il presule -. La Chiesa è consapevole che per amore del suo popolo non può tacere, che deve farsi voce e grido degli ultimi, degli indifesi, degli scartati, degli abusati e di chi vien colpito dall’ingiustizia e dalla violenza dilagante”.
Il riferimento è ai “diversi atti intimidatori” che in questo inizio di 2022 hanno “macchiato e ferito la nostra città”. In particolare, mons. Moscone ne ha citati quattro: l’8 gennaio l’auto dell’ex assessore Damiano D’ambrosio in zona Sacra Famiglia è andata in fiamme; il 23 gennaio stessa sorte per lo stabilimento balneare l’“Ultima Spiaggia” a Siponto; il 26 gennaio è toccato all’auto dell’intagliatore Olivieri Nicola in viale Giuseppe Di Vittorio; infine, il 28 gennaio le fiamme appiccate a un negozietto di distribuzione (senza personale) in via Croce. “Invito ad avere il coraggio e sentire il dovere di denunciare ogni malaffare, inganno, abuso di potere e ogni forma di intimidazione – ha detto l’arcivescovo -. Se non si denuncia si cade nel cinismo convinti che la chiusura nell’individualismo e l’indifferenza proteggano, mentre permettono al male di diffondersi e diventare un cancro mortale”.

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