Giornata per la vita: card. Bassetti (Perugia), “la pandemia è stata un’esperienza del limite umano”

“La pandemia è stata un’esperienza del limite umano. Quante volte, quante volte ormai da due anni abbiamo detto e ripetuto ancora stupefatti di come un organismo invisibile agli occhi abbia potuto sconvolgere il mondo intero… Istintivamente abbiamo cercato tutti di proteggere le nostre vite e le vite dei nostri cari”. Lo ha affermato arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, nel messaggio alla comunità diocesana in occasione della 44ª Giornata nazionale per la vita, dedicata quest’anno a “Custodire ogni vita”.
Il tema, ha osservato il porporato, “è un invito a riflettere attorno all’esperienza della pandemia da cui non siamo ancora del tutto usciti e che ha segnato, segna e segnerà in modo indelebile la vita di tutti noi”. “I governi, le istituzioni nazionali e internazionali – ha osservato – continuano ad essere impegnati a superare questo periodo cercando di salvare quante più vite umane possibili”. Bassetti ha poi ricordato che “abbiamo riscoperto la necessità di essere prossimi gli uni agli altri, di essere solidali, ma non sempre, lo devo dire, ci siamo riusciti. È la prova la fragilità di alcune situazioni ancora presenti, come per esempio la solitudine degli anziani e dei malati, che la pandemia ha isolato nelle proprie abitazioni o anche nelle case di riposo Rsa, negli ospedali dove è difficile visitare e accudire i propri cari ricoverati ancora oggi”. “La mancanza delle visite ai propri familiari ricoverati – ha sottolineato l’arcivescovo – ne aumenta il senso di abbandono nonostante l’abnegazione di tanti operatori sanitari che vi lavorano. Troppo spesso si è ripetuto il dramma delle morti in solitudini per via dell’impossibilità di assistere negli ultimi momenti della vita i propri familiari. Sono situazioni che lasciano ferite che non si rimarginano alla svelta. Gli sforzi umani per quanto intensi, per quanto di buona volontà, per quanto tenaci, non riescono a far fronte al peso di queste situazioni”. Richiamando il tema della Giornata, il cardinale ha evidenziato che “abbiamo bisogno di un custode, un custode con la ‘C’ maiuscola, un custode più grande che riempia di significato queste esperienze dolorose e dia un senso alla solidarietà umana, perché non si esaurisca nell’impeto del momento, perché non sia sovrastata e soffocata dall’enormità degli eventi e dei pesi”. Riferendosi anche all’Opera Don Guanella, attiva da tempo in diocesi, Bassetti ha rimarcato come “la storia della Chiesa, lo sappiamo bene, è costellata di opere di carità costruite proprio con questa consapevolezza: custodire il prossimo come lui, Cristo, custodisce noi, custodisce me”.

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