Papa Francesco: Angelus, “vigiliamo sul narcisismo e sull’esibizionismo”

(Foto Vatican Media/SIR)

Tutti noi rischiamo di cadere nella “superbia spirituale”, che “ti porta a crederti per bene e a giudicare gli altri”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui – davanti a 35mila persone, secondo la Gendarmeria vaticana – ha spiegato che la superbia spirituale “è un ruotare intorno a sé stessi”. “E così, senza accorgerti, adori il tuo io e cancelli il tuo Dio”, il monito di Francesco, secondo il quale “il fariseo e il pubblicano ci riguardano da vicino”. “Pensando a loro, guardiamo a noi stessi”, l’invito del Papa: “verifichiamo se in noi, come nel fariseo, c’è l’intima presunzione di essere giusti che ci porta a disprezzare gli altri. Succede, ad esempio, quando ricerchiamo i complimenti e facciamo sempre l’elenco dei nostri meriti e delle nostre buone opere, quando ci preoccupiamo dell’apparire anziché dell’essere, quando ci lasciamo intrappolare dal narcisismo e dall’esibizionismo”. “Vigiliamo sul narcisismo e sull’esibizionismo, fondati sulla vanagloria, che portano anche noi cristiani, noi preti, noi vescovi ad avere sempre una parola sulle labbra”, ha esortato Francesco: “quale parola? ‘Io’: ‘io ho fatto questo, io ho scritto quest’altro, io l’avevo detto, io l’avevo capito prima di voi’, e così via. Dove c’è troppo io, c’è poco Dio. Da noi, nella mia terra, queste persone le si chiama ‘io-con me-per me-solo io’, questo è il nome di quella gente. E una volta si parlava di un prete che era così, centrato in sé stesso, e la gente per scherzare diceva: ‘Quello, quando fa l’incensazione, la fa a rovescio, si autoincensa’. È così, ti fa cadere anche nel ridicolo”.

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