Pace: Mattarella, “raccogliere l’urlo della sofferenza e tradurlo in atti concreti che diano forza a un impegno condiviso”

(Foto: Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Dobbiamo saper raccogliere l’urlo della sofferenza e il grido della pace che viene dalle donne e dagli uomini del pianeta, per tradurli in atti concreti che diano forza a un impegno condiviso e traducano in realtà la comune speranza”. Lo ha affermato ieri pomeriggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’apertura dell’incontro internazionale “Il grido della pace – Religioni e culture in dialogo” promosso a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio.
“Non esiste una ‘guerra santa’!”, ha ricordato il Capo dello Stato, secondo cui “deve esistere, invece, una ‘pace santa’, per servire autenticamente l’umanità e il suo futuro”. “Il disordine produce disordine. Le guerre hanno un effetto ‘domino’, moltiplicatore. Le guerre sono contagiose”, ha ammonito Mattarella, per il quale “è confortante registrare quanti passi sono stati compiuti nel dialogo tra i leader di diverse confessioni religiose e il contributo che recano alla causa della pace”.
Nel suo intervento, il presidente ha osservato come “la condizione dei popoli è caratterizzata da forti disuguaglianze”. “Il tema della emigrazione e della immigrazione, che ne sono conseguenza, chiama la coscienza di ciascuno a interrogarsi sulla effettiva, autentica applicazione della Carta internazionale dei diritti umani”, ha rilevato Mattarella, secondo cui “tutto questo invita a riflettere su quale sia la base che può consentire l’edificazione di un ordine internazionale più giusto, consapevole che i destini dell’umanità sono inevitabilmente condivisi e che il bene comune di una singola comunità deve integrarsi con il bene comune di ciascun’altra, e non contrapporvisi”. “Il ‘fare pace’ parte da una esigenza urgente: quella di restaurare i rapporti fra gli uomini”, ha proseguito il presidente, per il quale “a settantasette anni dalla Carta di San Francisco delle Nazioni Unite è legittimo guardare al prezioso cammino percorso e, insieme, valutare i limiti dell’esperienza compiuta. Serve il coraggio di un passo avanti”. “Non si può giungere alla pace esaltando la guerra e la volontà di potenza”, il richiamo del presidente: “Perché la pace è integrale o non esiste. E non esiste se non è corroborata da verità e giustizia”. “A questi principi – ha ricordato – si sono conformate la Costituzione e i comportamenti della Repubblica Italiana sin dal suo sorgere”.

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