Diocesi: Rieti, mons. Pompili “i nostri piccoli centri post pandemia possono diventare luoghi di nuova socialità, ma servono mobilità, sanità e scuola”

Si è svolto nei giorni scorsi l’incontro online “Rieti quanto conta?”, promosso dal gruppo RiData, che ormai si prospetta come Osservatorio socio-politico della diocesi reatina. Secondo quanto riporta Frontierarieti.com, l’edizione on line del settimanale diocesano, l’evento è stato aperto dal vescovo Domenico Pompili che ha presentato il progetto RiData quale occasione per “immaginare la rigenerazione di una terra che viene da due shock collettivi, il terremoto e la pandemia, che, sommati alla crisi economica del 2009, hanno prodotto una tempesta quasi perfetta”. Se ne può solo risalire, ha detto il presule, che ha prospettato innanzitutto l’opportunità dei possibili finanziamenti: “I fondi del Pnrr insieme a quelli del terremoto costituiscono una prima contingenza favorevole, con una scadenza che deve portarci a lavorare insieme perché queste risorse possano scendere a terra: e per fare questo ci vogliono idee, non basta battere i pugni sul tavolo”. Poi l’altra opportunità auspicata da mons. Pompili: che “i nostri piccoli centri post pandemia possano diventare centri di nuova socialità”, con il ritorno ai paesi spopolati delle aree interne, a patto però, che ci siano “tre cose: mobilità, sanità e scuola”. Hanno portato il loro contributo anche due reatini esperti in campo statistico ed economico che partecipano all’attività di RiData. Roberto Morea ha fatto il punto sullo status del Reatino, scorrendo i dati del Pil pro capite – ne emerge che “un terzo del reddito prodotto in provincia è spesa pubblica: bisogna vedere se produce un livello di servizi adeguati nel territorio” – e poi i dati relativi alla demografia d’impresa, le classifiche del Sole 24 Ore relativamente alla qualità della vita, che in 32 anni di tale rilevazione ha visto la provincia di Rieti precipitare dal 28° posto al 75°. Poi l’intervento di Pierpaolo Berrettoni, che ha invitato a non trascurare l’opportunità di Opencoesione, piattaforma messa a disposizione dal Governo tramite cui si può rendere conto di come è utilizzata la spesa pubblica in Italia, ma anche intervenire con domande, proposte, suggerimenti. Scorrendola per quanto riguarda Rieti, ecco emergere i diversi progetti che sono stati finanziati dagli enti pubblici nei vari ambiti, gli importi impegnati, la durata, lo stato e così via. L’attività di “RiData” era iniziata con gli “Incontri di cittadinanza” promossi nel 2019 nell’ambito del progetto, lanciato dalla Chiesa locale in collaborazione con varie associazioni: incontri tematici su ambiti specifici, con contributi via via pubblicati sulla stampa diocesana e confluiti, con i vari prospetti di dati raccolti, nella pubblicazione apposita, intitolata “RiData. Una proposta per leggere insieme la realtà e costruire a partire dai dati”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo