Costa Rica: vescovi su legge che approva cannabis per uso medicinale, “attenzione a incongruenze e rischi”

(Foto: Cecor)

La Conferenza episcopale della Costa Rica prende posizione sull’approvazione del dl denominato “Legge sulla cannabis per uso medicinale e terapeutico e sulla canapa per uso alimentare e industriale”. Pur apprezzando le buone intenzioni dell’iniziativa, mettono in luce “incongruenze” e rischi.
In primo luogo, i vescovi hanno avvertito dei rischi ambientali prodotti dalla coltivazione come monocolture, sia della cannabis sia della canapa, segnalando il possibile uso massivo di fertilizzanti e anti-parassiti. E aggiungono che sarà “estremamente difficile controllare le piantagioni illecite di cannabis”, destinate a confondersi con la canapa, vista la somiglianza tra queste specie; quindi, è probabile che questa circostanza possa essere sfruttata da gruppi criminali come è successo in altri Paesi. La nota mette in dubbio, inoltre, il fatto che la legalizzazione della cannabis e della canapa contribuisca “a promuovere la distribuzione della ricchezza nelle zone rurali”; al contrario, “la produzione può diventare l’attività dei grandi produttori, comprese le società transnazionali”.
D’altra parte, hanno ricordato che una coltivazione incontrollata di cannabis psicoattiva “causerebbe gravi danni alla salute pubblica, soprattutto alla popolazione adolescenziale”.
Secondo i dati dell’Istituto per l’alcolismo e le dipendenze “l’’età media di inizio dell’uso di marijuana è diminuita costantemente dal 2012, raggiungendo 13,4 anni nell’ultimo anno”. Concludono i vescovi: “Riteniamo che la raccomandazione di non sostenere il disegno di legge da parte dell’Università della Costa Rica, basata sulle osservazioni di esperti accademici delle scuole di medicina, farmacia e biologia, meriti un’attenzione particolare”. Da qui, l’invito a una “riflessione attenta”, che porti le istituzioni politiche a “soppesare” costi e benefici dell’iniziativa.

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