America Latina e Caraibi: nasce Radio Lío. Navas (Signis Alc) al Sir, “promuoverà partecipazione, diritti umani e sinodalità”

(Foto: Radio Lio)

Una radio ideata e fatta dai giovani. Di tutto il Continente latinoamericano. È quella che ha iniziato le sue trasmissioni online ieri, nella giornata dedicata al patrono dei giornalisti, san Francesco di Sales. Il nome della “nuova creatura” è particolarmente evocativo: “RadioLío”. “Lío”, in spagnolo, è un’espressione non immediatamente traducibile, significa “chiasso”, “disordine”, “hacer lío” significa fare chiasso, ma anche mettere tutto a soqquadro. E proprio questo fu l’invito rivolto ai giovani da Papa Francesco durante la Gmg di Rio de Janeiro, nel 2013. Insomma, i giovani, con questa radio, accolgono l’invito del Papa. “La chispa de la palabra”, la “scintilla della parola”, è invece il sottotitolo dell’emittente.
Il coordinamento dell’iniziativa è della rete Signis di America Latina e Caraibi, il direttore è un brasiliano, Alessandro Gomes. A parlare al Sir di come è nata la radio è, da Quito, capitale dell’Ecuador, Sonia Navas, una delle referenti continentali della rete Signis: “Ci lavoriamo dal 2020 – spiega -. I giovani partecipanti al progetto hanno sostenuto un corso di formazione. La logica è quella della rete, formata da giovani, in sinergia con vari soggetti, a cominciare dalle Conferenze episcopali, per proseguire con altri media e organismi culturali. Non c’è una sede fissa, le trasmissioni avvengono da 11 Paesi. Ed è, appunto, una radio fatta da giovani e per i giovani. Molti sono volontari”. I Paesi coinvolti sono Messico, Panama, Cuba, Repubblica Dominicana, Venezuela, Colombia, Brasile, Ecuador, Perù, Paraguay, Argentina.
Quale il messaggio? “Mostrare il volto di una comunicazione sociale solidale e partecipativa, che difende i diritti umani, ma anche che promuove la sinodalità. Ogni Paese, poi, propone un programma che avrà delle attenzioni particolari. A Panama si approfondiranno i progetti minerari e l’impatto sull’ambiente, in altri Paesi si porrà l’accento sulle migrazioni. In Ecuador abbiamo come rete una radio nazionale, che rilancerà anche i programmi di Radio Lío, in Argentina, invece, questi saranno trasmessi anche da altre emittenti. E poi, ci sarà spazio, naturalmente, per la musica, per i balli di ogni Paese”.
La varietà sarà anche linguistica: oltre allo spagnolo e al portoghese “risuoneranno alcuni idiomi indigeni, in Paraguay la lingua guaraní, in Ecuador la lingua quechua”.

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