Bimbo ebreo aggredito: Fnomceo, “inaccettabile, non possiamo tacere. Silenzio e sottovalutazione sono passi verso il baratro”

“Inaccettabile che oggi, nel 2022, a poche ore dalla Giornata della memoria, un ragazzo di dodici anni sia insultato, colpito a calci e sputi da due quasi coetanee. Come cittadini, come medici che giurano di curare tutti senza discriminazione alcuna, e di tutelare in modo particolare i minori, le vittime di abusi, violenza, maltrattamenti, ingiustizie, le persone in condizioni di vulnerabilità psico-fisica, sociale o civile, non possiamo tacere, non possiamo rimanere indifferenti”. Così il presidente della Fnomceo Filippo Anelli commenta l’aggressione di stampo antisemita avvenuta a Campiglia Marittima (Livorno) dove un ragazzino di 12 anni è stato insultato, preso a calci e a sputi da due ragazze quindicenni per il solo fatto di essere ebreo.
“Meditate che questo è stato, ci ammoniva Primo Levi – prosegue Anelli -. E che continua ad accadere, se la società, gli individui dimenticano la loro storia, le loro radici, la loro stessa umanità. Se non fa scandalo la discriminazione in base alla provenienza, alla cultura, alla religione, al colore della pelle, agli orientamenti sessuali. Se la fragilità, come può essere quella di un bambino, diventa, anziché motivo di potenziamento dei diritti e di maggior tutela della persona, giustificazione dello scherno, della sopraffazione, della violenza. Se non ci si vergogna, come accaduto sempre in queste ore nei confronti del presidente Stefano Bonaccini e del sindaco Matteo Lepore, ai quali va la nostra incondizionata solidarietà, di accostare l’operato nazista, portatore di morte, alla promozione delle vaccinazioni, che ci salvano invece la vita”.
“Meditiamo che questo è stato, ed è ancora: ogni volta che dimentichiamo la storia; ogni volta che dimentichiamo di essere umani, nella doppia accezione del termine, che indica insieme la natura di portatori di diritti, di razionalità, di libertà, di sentimenti, e di esseri limitati – conclude Anelli -. Erano uomini i deportati nei campi di concentramento, erano uomini i decisori responsabili dello sterminio; erano uomini tutti coloro che non fecero nulla per impedirlo, perché non ne avevano le possibilità, per indifferenza, per inconsapevolezza, per la ‘banalità del male’. Meditiamo e non tacciamo, perché anche il silenzio, l’inazione, la sottovalutazione sono passi verso un baratro capace di inghiottire i diritti di tutti noi”.

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