Cile: è morto Fernando Karadima, divenuto l’emblema degli abusi commessi in ambito ecclesiale

È morto a Santiago del Cile, all’età di 90 anni, Fernando Karadima, già sacerdote dell’arcidiocesi, privato dello stato clericale da Papa Francesco nel 2018, dopo la sua visita in Cile.
Non si conoscono ancora i motivi del decesso, avvenuto all’Hogar San Juan de Dios, residenza dell’ex sacerdote, che circa un mese fa si era rivolto alle cure ospedaliere per problemi cardiaci, non potendo però essere ricoverato per la saturazione delle strutture a causa del Covid-19. Da parte dell’arcidiocesi non si registrano reazioni alla notizia del decesso.
Karadima è stato un sacerdote e padre spirituale molto in vista nell’arcidiocesi di Santiago, punto di riferimento anche per alcuni vescovi. Le prime accuse di abusi rivolte contro di lui risalgono al 2010, quando tre vittime, Juan Carlos Cruz, James Hamilton e José Andrés Murillo, denunciarono di essere state vittime di abusi nella parrocchia di El Bosque en Providencia. Le polemiche, collegate alla visita del Papa, divamparono dopo la nomina di mons. Juan Barros, figlio spirituale di Karadima, a vescovo di Osorno. In seguito alla visita papale e al successivo viaggio a Santiago di mons. Charles Scicluna, ci furono la rinuncia dei vescovi in qualche modo legati a Karadima e la definitiva privazione dello stato clericale del sacerdote, su decisione del Papa.

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