Iraq: card. Sako (patriarca), “divisioni, conflitti e competizione per denaro e potere impediscono progressi dopo la visita papale”

“La visita di Papa Francesco a marzo scorso finora non ha portato ad alcun progresso per quanto riguarda il ritorno alle proprie case degli iracheni cristiani sfollati, la restituzione delle proprietà loro confiscate da parte di alcuni partiti o gruppi influenti e neanche l’allontanamento dei gruppi armati dalle aree dove vivevano”. Lo ha detto il patriarca della chiesa caldea, card. Louis Raphael Sako, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi alla testata Al-Araby Al-Jadeed. Secondo quanto riporta il sito Baghdadhope che rilancia l’intervista la speranza del patriarca è che qualcosa cambi dopo le elezioni parlamentari che si svolgeranno il prossimo autunno anche se “le divisioni, i conflitti e la competizione per il denaro ed il potere” sono tra i motivi che non hanno portato ad alcun progresso nella situazione della componente irachena cristiana che ancora vede la Piana di Ninive, la culla ancestrale della cristianità mesopotamica, occupata da milizie armate filo-iraniane, proprietà non restituite nonostante la creazione di un comitato creato ad hoc nell’imminenza della visita papale, e mancato riequilibrio della componente cristiana all’interno degli enti e delle istituzioni statali. Dello stesso parere del cardinale è l’ex deputato cristiano Joseph Sliwa che ha sottolineato come l’assenza dell’autorità statale, e quindi dello Stato di diritto in alcune aree del paese, e il controllo da parte di gruppi armati che specialmente nel Governatorato di Ninive hanno come scopi la presa del potere attraverso l’imposizione di funzionari e rappresentati ad essi fedeli ed il conseguente cambio demografico con la sparizione della componente cristiana, fanno sì che gli appelli del Pontefice per la convivenza pacifica rimarranno irrealizzati. Si tratta di questioni, così come quelle della ricostruzione delle chiese e dello sviluppo del turismo religioso legato alla fede cristiana, che necessitano di una precisa “volontà politica” nazionale perché possano essere risolte.

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