Myanmar: card. Bo ai militari, “chiunque uccide il popolo innocente dovrà rispondere a Dio”

“Ogni uomo è creato ad immagine di Dio. La guerra contro i nostri giovani, ucciderli per strada, è una guerra contro la dignità umana. Chiunque uccide il popolo innocente dovrà rispondere a Dio”. Contiene parole fortissime il Messaggio per la Pasqua che quest’anno il cardinale arcivescovo di Yangon, Charles Bo, scrive al popolo del Myanmar. L’arcivescovo si rivolge anche a chi ha commesso uccisioni indiscriminate per le strade del Paese. “Nessuna agenzia internazionale è potente come Dio”. “Sì, il sangue innocente griderà generazione dopo generazione finché non sarà fatta giustizia. Ciò che è stato perpetrato contro le persone non passa inosservato o inascoltato. Dio ha i suoi tempi e non è solo un Dio d’amore, ma è anche un Dio di giustizia. Sta dalla parte dei più vulnerabili”, soprattutto è a fianco di chi lotta per la giustizia e la dignità umana. “Quando le persone lottano per la giustizia, Dio si schiera con gli oppressi e abbatte tutti i faraoni arroganti”. “500 uomini e donne del nostro Paese sono stati crocifissi”, scrive ancora l’arcivescovo di Yangon. “Lo sappiamo, negli ultimi due mesi, il Myanmar è stato testimone di una reale Via Crucis. Torture, abusi, uccisioni spietate sono state il nostro calvario del 21° secolo”. “Ma non disperare: la via della Croce del Myanmar non sarà stata vana. Finirà con la Resurrezione della libertà, della democrazia, della pace e della prosperità per tutti”. L’arcivescovo detta però le condizioni per una svolta politica del Paese: la fine immediata del colpo di Stato; il ritorno del governo civile democraticamente eletto a novembre; il rispetto per il verdetto delle elezioni; il ritorno dell’esercito nelle caserme e la riconciliazione tra tutti i gruppi etnici e le religioni. “Seppelliamo nelle tombe vuote i sette decenni di totalitarismo. Che vi sia scritto l’ultimo epitaffio del colpo di Stato”, scrive il card. Bo.

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