Inflazione: Istat, a marzo aumenta per il terzo mese consecutivo. +0,3% su febbraio, +0,8% in un anno. Arresta la crescita del carrello della spesa

Secondo le stime preliminari, nel mese di marzo l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua (da +0,6% di febbraio). È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo i dati provvisori dei “Prezzi al consumo” a marzo 2021.
“Per la prima volta da febbraio 2020 – spiega l’Istat –, i prezzi dei Beni energetici non regolamentati tornano a crescere su base annua. L’inflazione accelera così per il terzo mese consecutivo e, pur rimanendo al di sotto di un punto percentuale, torna ai livelli di maggio 2019”. “Nello stesso tempo, i prezzi del cosiddetto carrello della spesa – prosegue la nota – vedono azzerata la loro crescita (non accadeva da febbraio 2018 quando registrarono un calo dello 0,6%)”.
Stando ai dati diffusi, la lieve accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che passano da -3,6% a +1,7%) e, in misura minore, all’accelerazione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +2,2%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici si portano entrambe a +0,8%, da +0,9% di febbraio.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,2%) e, in misura minore, dei Servizi relativi ai trasporti (+1,3%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,2%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +0,1% a +0,8%).
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento su base mensile dell’1,8%, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui il Nic non tiene conto, e dello 0,6% su base annua (da +1,0% nel mese precedente).

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