Settimana Santa: Fermo, liturgie con mons. Pennacchio in diretta streaming. “Celebriamo il Triduo con trepidazione, gratitudine, raccoglimento”

“Giunti ormai al termine della Quaresima, ci accingiamo a celebrare il Triduo nelle nostre comunità parrocchiali, animati da trepidazione, gratitudine, raccoglimento”. Ricorre a queste tre parole l’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, per descrivere lo stato d’animo con cui la comunità diocesana si appresta a vivere le celebrazioni del Triduo pasquale.
L’arcivescovo presiederà i riti della Settimana Santa nella vicaria di Montegranaro. Giovedì Santo, la messa in Coena Domini sarà celebrata alle 19 nell’auditorium San Francesco di Morrovalle. Venerdì Santo, la Liturgia della Passione del Signore sarà ospitata alle 15 nella chiesa di San Serafino di Montegranaro. Infine, la solenne Veglia pasquale verrà celebrata alle 19 di sabato 3 aprile nella chiesa di San Liborio a Montegranaro. Tutte le funzioni saranno trasmesse in diretta streaming sul sito e sui canali social dell’arcidiocesi.
“Non dobbiamo temere di vivere combattuti tra timore, speranza e trepidazione perché non sono sentimenti estranei al mistero pasquale”, afferma mons. Pennacchio: “Un anno di Covid ci ha disillusi; le innumerevoli morti, i tanti sacrifici imposti alla vita sociale – penso soprattutto ai ragazzi e ai giovani – e le grosse difficoltà delle famiglie e del mondo produttivo ci hanno insegnato a tenere i piedi per terra. Il timore ha pervaso la nostra vita e ci ha intorpiditi, quasi bloccati. Ma la campagna vaccinale pare ormai aprire il cuore alla speranza che sia vicina l’uscita dal tunnel”.
Rispetto al sentimento di “gratitudine”, l’arcivescovo sottolinea che “poter oggi celebrare la Pasqua in presenza, seppur con le limitazioni che ormai ci accompagnano nella vita quotidiana, è un dono di cui dobbiamo ringraziare il Signore”. Infine, il “raccoglimento”. “Il nostro stile di vita – osserva – non è rimasto indifferente di fronte alle sofferenze degli ammalati, la stanchezza delle famiglie, la fatica di tanti lavoratori. Ne sono certo, ad emergenza finita potremo dire che tra i frutti positivi della pandemia avremo riscoperto l’essenzialità, la sobrietà, il desiderio di relazioni vere, una maggiore sensibilità per il bene comune”.

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