Incidenti sul lavoro: Inail, entro febbraio presentate 82.634 denunce. Calo del 14,4% rispetto all’anno scorso

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di febbraio sono state 82.634, in diminuzione di circa 14mila casi (-14,4%) rispetto alle 96.549 del primo bimestre del 2020. È quanto emerge dagli open data Inail su “Infortuni e malattie professionali” relativi a febbraio 2021.
“Il confronto effettuato su un singolo bimestre è poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi”, spiega l’Inail, aggiungendo che “per un’analisi più indicativa dell’andamento infortunistico, infatti, sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore, pari ad almeno un trimestre, anche in considerazione del fatto che i dati del primo bimestre dello scorso anno non sono stati influenzati in modo significativo dalla pandemia da nuovo Coronavirus (un migliaio di denunce e nessun decesso), i cui effetti in ambito lavorativo si sono manifestati in modo evidente solo da marzo 2020”.
I dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 83.831 a 74.688 (-10,9%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 37,5%, da 12.718 a 7.946.
A febbraio, l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: -15,9% nel Nord-Ovest, -11,6% nel Nord-Est, -14,4% nel Centro, -16,9% nel Sud e -16,2% nelle Isole. Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali (superiori al -20%) si segnalano la Valle d’Aosta, la Calabria, la Puglia e la Sardegna, mentre gli incrementi sono circoscritti solo al Molise (+14,4%).
Il calo che emerge dal confronto dei primi bimestri del 2020 e del 2021 è legato soprattutto alla componente maschile, che registra un -21,9% (da 61.008 a 47.644 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento dell’1,6% (da 35.541 a 34.990). La diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-15,4%), che quelli extracomunitari (-11,5%) e comunitari (-1,4%). Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in quasi tutte le fasce, a eccezione di quella 30-34 anni (+1,7%) e 50-59 anni (+1,2%).

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