Diocesi: Tricarico, con il progetto “Apri” accolti quindici migranti da cinque famiglie del territorio

“Una sorta di adozione che una famiglia italiana fa nei confronti di una singola persona o di una famiglia di migranti o rifugiati”: così il direttore della Caritas diocesana di Tricarico, don Giuseppe Molfese, sintetizza al Sir l’esperienza che la diocesi lucana sta facendo con il progetto “Apri”, promosso da Caritas italiana per la creazione di una rete diffusa di accoglienza e sostegno all’integrazione. “Si tratta di persone già presenti sul territorio, che vivono in condizione di bisogno e vulnerabilità, alle quali la Caritas diocesana propone una forma di accoglienza alternativa, in sinergia con famiglie, comunità e parrocchie, che assumono il ruolo di tutor – spiega don Molfese –. Nella nostra diocesi sono state coinvolte 15 persone, 8 giovani migranti, provenienti da Gambia, Costa d’Avorio, Pakistan e Albania, e due nuclei familiari, provenienti da Albania e Bangladesh. Sono accompagnati da 10 famiglie tutor, appartenenti a 5 parrocchie. Grazie al progetto, hanno potuto svolgere corsi di lingua italiana o per il conseguimento della patente, con un conseguente miglior inserimento sociale e lavorativo”. Nato nel 2020, il progetto ha risentito della pandemia. Il rilancio per il 2021, nella diocesi di Tricarico, si realizza attraverso un percorso comunitario di condivisione tra le famiglie coinvolte. “Al primo incontro ha partecipato anche il vescovo, mons. Giovanni Intini, che ha invitato alla corresponsabilità nell’accoglienza del prossimo: è importante non delegare tutto a quanti ci governano ma diventare ciascuno parte attiva”, conclude il direttore della Caritas di Tricarico.

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