Austria: assemblea online dei vescovi, pandemia e suicidio assistito tra i temi principali. “Messo in discussione il sì alla vita”

La Conferenza episcopale austriaca (Öbk) ha concluso ieri i lavori online della propria assemblea plenaria primaverile. Il perdurare delle restrizioni per la pandemia e con il presidente della Öbk, l’arcivescovo di Salisburgo, mons. Franz Lackner, in isolamento preventivo per un contatto con un soggetto positivo, hanno reso necessario l’utilizzo dei mezzi telematici per la gestione dell’assemblea. Oggi è stato prodotto dai vescovi austriaci un ampio documento in sostituzione della tradizionale conferenza stampa che racchiude i temi e lo sviluppo dei lavori. In particolar modo i vescovi si sono soffermati sui problemi legati al Covid-19, al suicidio assistito, alla tratta degli esseri umani, ai problemi dell’assistenza ai profughi, agli interventi di soccorso in Croazia dopo il recente terremoto ed alle valutazioni sul recente viaggio di Papa Francesco in Iraq. Ad un anno dalle dure condizioni poste per fronteggiare il Covid-19 i vescovi sottolineano che “con grande comprensione e uno straordinario spirito di solidarietà, la popolazione ha accettato le numerose restrizioni. Tutti sapevano che combattere la più grande crisi sanitaria dalla seconda guerra mondiale avrebbe richiesto molte difficoltà”. Il potere della fede e lo spirito di fiducia “hanno salvato innumerevoli persone dalla disperazione e hanno ispirato una creatività di benessere e cura pastorale – è scritto nella dichiarazione –: la grande empatia umana ha salvato molti dalla trappola dell’autocommiserazione”. “Ma ciò non cancella i grandi problemi per tante persone, i lutti, la perdita del lavoro, lo stress e le difficoltà, particolarmente evidenti nei bambini e negli adolescenti”, sottolineano i vescovi.
Per il suicidio assistito, con la decisione della Corte costituzionale di revocarne il divieto “il sì incondizionato alla vita è stato messo in discussione”, scrivono i vescovi che vedono anche scossa la fiducia nel fatto che la vita umana sia “legalmente protetta e inviolabile” anche nella sua fase finale. Il legislatore è ora chiamato a prevenire “dinamiche pericolose per la vita che si sono finora verificate in tutti i Paesi in cui la protezione incondizionata della vita è stata allentata”.

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