Vaccini anti Covid-19: Scaccabarozzi (Farmindustria), “stiamo correndo ma il ciclo di produzione dura mesi e richiede impianti adeguati”

Ad oggi nel nostro Paese sono oltre 2.770mila le dosi di vaccini anti-Covid somministrate, con oltre 1.240mila persone vaccinate con due dosi. Gli esperti sottolineano la necessità di accelerare la campagna vaccinale, ma c’è il collo di bottiglia costituito dalla disponibilità reale delle dosi. “La corsa contro il tempo per arrivare ai vaccini è stata vinta. Ora si corre per averne una produzione adeguata”, afferma in un’intervista al Sir il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, commentando l’ammissione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, lo scorso 10 febbraio: “Abbiamo sottovalutato la difficoltà della produzione di massa”. “La scienza ha corso molto più dell’industria, ma un vaccino non è un farmaco basato su sintesi chimica, del quale in tempi brevissimi si possono produrre miliardi di unità – spiega Scaccabarozzi -. Il vaccino anti Covid-19 è un prodotto biotecnologico estremamente complesso, il cui ciclo di produzione prevede più fasi, dura diversi mesi e deve essere effettuato in impianti dotati di bioreattori all’interno dei quali immettere il principio attivo che deve essere costruito con la tecnologia mRna o del vettore virale non replicativo”. Tra sei mesi – un anno, “le industrie saranno probabilmente a regime ma occorre tenere conto anche di una domanda mondiale di diversi miliardi di dosi”. L’abolizione del brevetto potrebbe accelerare i tempi? No, risponde l’esperto: “Non tutte le aziende farmaceutiche dispongono dei bioreattori indispensabili”. Inoltre, poiché “la ricerca richiede investimenti di tempo, persone, risorse economiche, il brevetto è una garanzia senza la quale nessuno farebbe ricerca”.

 

 

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