Giornali Fisc: 100 anni de “L’Appennino Camerte”. Ungaro, “raccontare i volti, dare buone notizie”

“Festeggiare questo traguardo oggi vuol dire che questo settimanale, nel tempo, ha lasciato un segno di fedeltà alla Chiesa locale secondo quella diaconia informativa che contraddistingue le nostre testate. Il territorio non è solo un luogo, ma è fatto dalle persone e i giornali della Federazione hanno il mandato di raccontarne i volti, cercando di dare buone notizie attinte dalla vita quotidiana”. Lo ha affermato Mauro Ungaro, presidente della Fisc, intervenendo alla tavola rotonda “Il giornale di comunità oggi” in occasione dei cento anni del settimanale “L’Appennino Camerte”.
Ai giornalisti collegati in streaming ha portato il suo contributo anche Franco Elisei, presidente dell’Odg Marche, che, parlando di “resilienza”, ha evidenziato il “valore della memoria” di cui un settimanale così longevo è detentore. Mario Staffolani, direttore de “L’Appennino Camerte”, reduce dal Covid-19, ha ripercorso la lunga storia del giornale, costellata da non poche difficoltà oggettive ma ripagata da un grande lavoro di squadra redazionale, frutto anche di una sinergia con radio e sito e confortato da una “provvidenza” mai scontata. In chiusura, l’intervento di Michele Casali, amministratore delegato della Eli, che ha tratteggiato il ricordo di don Lamberto Pigini, sacerdote e imprenditore recanatese recentemente scomparso, testimone di fede e di quel tipico genius loci che l’ha reso “autentico pioniere” e “profeta” della comunicazione. Le conclusioni dell’incontro – arricchito anche da un secondo giro di approfondimenti dei relatori intervenuti – sono state affidate a Carlo Cammoranesi, direttore del settimanale “L’Azione” di Fabriano-Matelica (che pure festeggia 110 anni dalla fondazione) e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali delle Marche. “Nel grande puzzle che è la comunicazione sociale, l’incontro, come è stato ampiamente spiegato, costituisce il tassello fondante del nostro servizio – ha affermato Cammoranesi – e il legame con il tessuto sociale e culturale è anche quello con il pensiero di una comunità”. Insieme “rappresentano il cuore di quanto Papa Francesco ci chiama a svolgere, per una informazione affidabile che si prefigga di far nascere nei lettori un sano senso critico, senza sensazionalismi, a partire dalla creatività di linguaggio. Se il dialogo con il territorio funziona, il giornale, come sua presenza informativa anche sul fronte digitale, ne sarà lo specchio più libero e veritiero e non deformante, nel nome del bene comune e oltre quell’isolamento che, dopo il terremoto, purtroppo stiamo sperimentando con il coronavirus”.

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