Migranti: Khan (Unicef), “preoccupati per respingimenti dei bambini ai confini dell’Europa”

“Sono profondamente preoccupata per la terribile situazione in cui versano i bambini migranti e richiedenti asilo in Europa e ai suoi confini. Le notizie di bambini che vivono in condizioni spaventose, che vengono respinti o detenuti alle frontiere orientali sono scioccanti e rappresentano una violazione diretta della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. I bambini e le loro famiglie hanno il diritto di chiedere asilo e di far valutare i loro bisogni di protezione su base individuale”. Lo dichiara oggi Afshan Khan, coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e ai migranti in Europa dell’Unicef, riferendosi alle centinaia di migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. L’Unicef , precisa, “riconosce la sovranità degli Stati membri, la sfida posta dalla migrazione irregolare e la necessità di processi di gestione delle frontiere che siano sicuri e ordinati, e al contempo rispettino i diritti umani e dei bambini”. Insieme alle altre agenzie Onu (Unhcr, Oim e Ohcr) condannano “l’uso dei respingimenti, ovunque si verifichino, poiché violano il diritto internazionale e mettono a rischio la vita dei bambini senza considerare il loro superiore interesse o i rischi che potrebbero affrontare al ritorno”. “C’è bisogno di un rinnovato impegno politico collettivo per la protezione e la salvaguardia di tutti i bambini in Europa, indipendentemente dal loro status migratorio – afferma Khan –. I bambini migranti non dovrebbero essere strumentalizzati per scopi politici e il loro diritto di chiedere asilo in sicurezza deve essere garantito”. L’Unicef è pronto a lavorare con i governi dell’Ue, dell’Europa orientale e dei Balcani occidentali, con le organizzazioni delle Nazioni Unite e con la società civile “per fornire urgentemente sostegno umanitario, protezione e alloggi a misura di bambino a tutti i bambini in difficoltà alle frontiere internazionali, e chiede l’adozione urgente di misure di riforma dell’immigrazione che rispettino i diritti dei bambini nei Paesi di origine, transito e destinazione”.

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