Azzardo: “Mettiamoci in gioco”, “associare il problema della dipendenza al solo mercato illegale non ha fondamento scientifico”

“Se si riuscissero ad eliminare completamente i canali illegali si assisterebbe ad una ‘riduzione dei disturbi da gioco pari all’80%’: chi e come lo documenta?”.  È la domanda che si pone “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, esprimendo “forti dubbi” in merito ad alcune affermazioni pronunciate dal sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze con delega al gioco d’azzardo, Federico Freni, durante l’audizione alla Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico. “Nel corso dell’audizione – precisa la campagna – sono stati citati alcuni dati senza specificare quale sia la loro fonte. Se è vero che alcuni giocatori patologici possono essere attratti dal gioco illegale per svariati motivi (la clandestinità, l’offerta di quote più alte, ecc.), non bisogna dimenticare che la dipendenza – proprio per l’estesa e capillare offerta di gioco legale oggi presente in Italia – colpisce diverse fasce della popolazione (per sesso, età, estrazione sociale) e per motivi diversi (crisi personali, perdite familiari, varie fragilità). Associare il problema della dipendenza al solo mercato illegale è una chiave di lettura anacronistica e scientificamente destituita di ogni fondamento. La realtà è molto più complessa”.
Invece “appare condivisibile quanto afferma il sottosegretario Ferri sulla necessità di riordinare il settore del gioco d’azzardo, rendendo regolamenti ed ordinanze locali più omogenee sul territorio nazionale, nonché la volontà di coinvolgere Regioni ed enti locali nelle sedi opportune, al fine di collaborare nella stesura della legge di riordino”.
“Mettiamoci in gioco” conclude: “Auspichiamo che la Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, a cui auguriamo buon lavoro, audisca tutti quei soggetti direttamente coinvolti dalle ripercussioni negative dell’abuso di gioco d’azzardo. Non solo dunque esponenti del governo ed operatori del settore, ma anche Regioni, enti locali, associazioni, sindacati e chi da anni è in prima linea sul fronte del contrasto alle storture dell’attuale sistema. In assenza di una legge di riordino, gli attuali problemi resteranno irrisolti. Ma sarebbe ancora più grave emanare una normativa il cui iter è viziato da informazioni parziali o inesatte”.

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