Azzardo: “Mettiamoci in gioco”, “occorre ridurre sensibilmente l’offerta”. “Il settore illegale secondo business più redditizio per mafie nostrane”

“Come è possibile affrontare il problema del disturbo da gioco d’azzardo, garantendo comunque allo Stato un flusso di entrate analogo a quello odierno?”. È la domanda che si pone “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo, esprimendo “forti dubbi” in merito ad alcune affermazioni pronunciate dal sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze con delega al gioco d’azzardo, Federico Freni, durante l’audizione alla Commissione di inchiesta parlamentare sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico.
“L’esperienza maturata in questi anni ci spinge ad affermare che questi due obiettivi sono inconciliabili – precisa la campagna -. La legge di riordino del settore, secondo il nostro punto di vista, non può esimersi dal ridurre sensibilmente l’offerta di gioco d’azzardo attualmente disponibile. Il gioco patologico, sommerso e strisciante, ha ricevuto un poderoso input proprio dall’enorme offerta di azzardo riversata sui territori negli ultimi venti anni. Tale offerta è stata in grado di garantire l’attuale gettito erariale su cui fa affidamento lo Stato il quale, tuttavia, non può esimersi dal porre al primo posto la tutela della salute pubblica. Senza dimenticare che una parte non irrilevante dei proventi che lo Stato ricava dalle tasse su questo comparto viene impiegata per aiutare le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo”.
Rispetto all’affermazione che l’incidenza del gioco illegale in Italia sarebbe “la più bassa a livello europeo”, “Mettiamoci in gioco” si chiede “chi e come lo documenta?”. Si tratta, infatti, di “un’affermazione che andrebbe sostenuta citando dati riscontrabili e attendibili, se esistenti, essendo il tema del gioco illegale, nonché quello delle infiltrazioni mafiose nel settore legale – di cui nell’audizione non si fa cenno –, un problema centrale della questione azzardo in Italia. Giova infatti ricordare che il settore del gioco illegale è il secondo business più redditizio per le mafie nostrane e vale oltre venti miliardi di euro annui, secondo quanto affermato in più di un’occasione dal procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho”.

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