Scarp de’ tenis: “La povertà questa sconosciuta”, editoriale del nuovo numero. Nel Pnrr mancano strumenti per contrastare l’indigenza

“La povertà questa sconosciuta”: è il titolo dell’editoriale del nuovo numero della rivista di strada Scarp de’ tenis (promossa dalla Caritas), firmato dal direttore Stefano Lampertico. “C’è qualcosa che non torna nel dibattito politico. Qualcosa che stride”, afferma. “Da una parte i fondi del Pnrr, questa sigla che abbiamo imparato a conoscere e che rappresenta il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano si inserisce nel programma Next Generation, il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione europea in risposta alla crisi pandemica. Le risorse a disposizione del nostro Paese sono di circa 220 miliardi di euro. Dall’altra parte, e qui qualcosa stride, le direttrici sulle quali saranno indirizzate queste risorse”. Lampertico osserva: “perché va bene la trasformazione digitale del Paese, va bene la transizione ecologica, vanno bene gli investimenti per la mobilità sostenibile, la salute, la ricerca, l’istruzione. Ma non è sufficiente. Perché la fotografia reale che restituisce il Paese racconta la povertà crescente, perché l’esercito degli impoveriti da Covid è sempre più numeroso. Perché i sismografi piazzati nei centri d’ascolto della Caritas segnalano urgenze e nuove aree di bisogno che chiedono risposte immediate”.
L’editoriale prosegue: “C’è allora davvero qualcosa che non torna. Perché nessuno parla più di strumenti per contrastare la povertà. La delega è affidata al Reddito di cittadinanza che in questi mesi di applicazione, al di là dei proclami di qualche politico, ha mostrato più ombre che luci e soprattutto ha escluso dalla platea molte forme di povertà cronica, strutturale. Il dibattito su questi temi perde forza e lo stridore infastidisce”.
Nel numero di Scarp de’ tenis di novembre (in vendita su www.social-shop.it e da sabato in strada, con i venditori in pettorina rossa) appare un focus sulle storie di chi studia e di chi insegna in carcere, l’intervista a Giacomo Poretti e la storia dell’associazione Bureaux Du Coeur che ha permesso di accogliere persone senza dimora negli uffici già riscaldati, la sera e nei week end invernali. Inoltre, e come sempre, tante altre storie di strada, come quella – che ricorda il film Mediterraneo – della Madonnina del duomo di Milano dipinta da alcuni soldati milanesi su una navata della chiesa di Luogosanto in Gallura durante la seconda guerra mondiale.

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