Processo in Vaticano: Pignatone, “ci vuole ancora tempo per cominciare, se riusciremo a cominciare”. Prossima udienza il 1° dicembre

“Non si possono cominciare ad esaminare le questioni di questo processo se la difesa non avrà una conoscenza completa degli atti”. Lo ha detto il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, durante la quarta udienza del processo in Vaticano sulla vicenda degli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, che vede tra gli attuali sei imputati anche il card. Angelo Becciu. “Ci vuole ancora tempo per cominciare, se riusciremo a cominciare”, ha affermato Pignatone, secondo quanto ha riferito il pool di giornalisti ammessi nell’Aula polifuzionale dei Musei Vaticani. Era presente in aula solo il card. Angelo Becciu. L’udienza di oggi è durata due ore e 35 minuti, dalle 10.05 alle 12.40 – con una lunga pausa di un’ora -, ed è stata interamente dedicata alle eccezioni procedurali per il deposito degli atti che gli avvocati ritengono mancanti. Il Tribunale si è riservato la decisione sulle richieste della difes, e l’ordinanza è stata rinviata ad una successiva udienza, fissata per il 1° dicembre alle 9.30. Pignatone ha definito il processo in corso “un processo complesso, dai tempi non brevi”, ed ha comunicato la nomina di un giudice supplente, Lucia Bozzi, che durante l’udienza odierna si è limitata ad ascoltare. Sono intervenuti in Aula l’avvocato del card. Becciu, Fabio Viglione, e l’avvocato Luigi Panella, difensore di Enrico Crasso, entrambi invocando la nullità del procedimento penale in corso, vista l’imponente mole del materiale audio-video da visionare, presentato in base alle richieste delle difese solo il 3 novembre scorso, e la presenza di numerosi “omissis”. “Esiste un’irrimediabile nullità a cui non si può in nessun modo porre rimedio”, ha affermato Viglione: “Sono state depositate oltre 115 ore di registrazione ed esiste una selezione di cose da visionare, con audio e video risultati tagliati, mutilati e falcidiati. È un metodo inammissibile: la mutilazione delle prove è una lesione dei diritti della difesa. Non stiamo chiedendo un favore”. Gli ha fatto eco Panella, depositando una memoria e una consulenza tecnica e affermando che “la richiesta  di rinvio a giudizio e gli atti collegati risultano praticamente nulli. Nessuna norma prevede omissis”. Panella ha inoltre affermato che, da uno dei video che riguarda l’interrogatorio di mons. Perlasca, risulterebbe che Papa Francesco sia stato ascoltato come testimone dai Promotori di Giustizia, “ma non abbiamo nessun verbale di questo”, ha denunciato. Il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, ha invece dichiarato: “Questo Ufficio non ha mai sentito a verbale il Santo Padre”. “Noi siamo venuti a conoscenza di quello che il Santo Padre ha detto in altri contesti”, ha precisato rimandando alle parole pronunciate da Papa Francesco nella conferenza stampa sul volo di ritorno dalla Thailandia, nella lunga e articolata risposta a Cristiana Caricato, vaticanista di Tv2000. Quanto alla questione degli “omissis”, Diddi ha precisato: “La questione dirimente è che sono emerse molte dichiarazioni non attinenti e sono sopravvenute altre denunce che hanno posto il problema del segreto investigativo sul materiale girato e registrato. Abbiamo tenuto conto di nuovi elementi emersi in altri procedimenti nel frattempo, che hanno posto quindi la questione del segreto investigativo su una parte degli atti depositati finora”. “Se qualcuno pensa a dei falsi – ha aggiunto – deve fare denuncia per falso ideologico”.

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