Stati Uniti: Amnesty, “no ai pericolosi sistemi di riconoscimento facciale”. Al via campagna “Ban the scan”

Amnesty international ha lanciato oggi una campagna globale per vietare l’uso dei sistemi di tecnologia facciale, una forma di sorveglianza di massa che “amplifica il razzismo della polizia, viola il diritto alla riservatezza e mette in pericolo i diritti alle libertà di protesta pacifica e di espressione”. La campagna “Ban the scan” prende il via a New York City ma nel corso del 2021 la richiesta diventerà globale. “Da New Delhi a New York, questa invasiva tecnologia ritorce la nostra identità contro di noi e minaccia i nostri diritti umani”, ha dichiarato Matt Mahmoudi, ricercatore su Intelligenza artificiale e diritti umani di Amnesty international. “Gli abitanti di New York dovrebbero poter svolgere la loro vita quotidiana all’aperto senza essere tracciati dal riconoscimento facciale. Altre grandi città degli Usa hanno già messo al bando questa tecnologia, New York deve fare lo stesso”, ha aggiunto Mahmoudi. La tecnologia di riconoscimento facciale può arrivare a catturare milioni di immagini dai profili social e dalle patenti di guida senza il consenso degli interessati. I software confrontano poi le immagini così catturate con quelle registrate da telecamere a circuito chiuso per rilevare possibili somiglianze. Mentre altre città statunitensi come Boston, Portland e San Francisco hanno messo al bando l’uso della tecnologia facciale da parte delle forze di polizia, il dipartimento di polizia di New York continua a ricorrervi per intimidire i cittadini, come già visto durante le proteste del movimento Black lives matter dello scorso anno. Il lancio della campagna “Ban the scan” è accompagnato da un sito in cui gli abitanti di New York potranno lasciare commenti sull’uso della tecnologia di riconoscimento facciale da parte della polizia grazie all’Atto sul monitoraggio pubblico delle tecnologie di sorveglianza. Nel corso della campagna, potranno poi presentare richieste basate sull’Atto sulla libertà d’informazione per sapere dove, nelle loro comunità, viene usata questa tecnologia. Inoltre, il sito conterrà risorse per aiutare gli abitanti a proteggersi meglio, durante le manifestazioni, dall’uso della tecnologia di riconoscimento facciale. Amnesty chiede “un divieto assoluto rispetto all’uso, allo sviluppo, alla produzione e alla vendita di tecnologia di riconoscimento facciale a scopo di sorveglianza di massa da parte delle forze di polizia e di altre agenzie governative e sollecita inoltre il divieto di esportare questi sistemi di tecnologia”.

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