Card. Bassetti: superare la “frattura educativa”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“La frattura sanitaria ha generato infine una frattura educativa, tema peraltro al centro della nostra riflessione nello scorso decennio e ancora di grande attualità”. Ad osservarlo è stato il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, nell’introduzione con cui ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente, in corso oggi in videoconferenza. “Stiamo imparando, con ancora più chiarezza, che i processi educativi sono significativi per le persone quando si basano sulla comunicazione dell’attenzione e della cura”, il riferimento al tempo del Covid: “Stiamo riconoscendo quanto le realtà educative abbiano bisogno di essere sostenute dalla collaborazione di tutti”. “Al nostro impegno educativo servono sguardi in avanti, creatività, progettualità”, la proposta: “Non pensiamo astrattamente ai bambini, alle famiglie, ai giovani… Operiamo con loro. Invitiamoli a mettersi in gioco, a elaborare idee e progetti per scuole più inclusive, per parrocchie più vive, per percorsi di catechesi rinnovati. Non limitiamoci a mettere in evidenza alle nuove generazioni le fatiche, indiscutibili, di questi giorni, ma aiutiamoli a leggere in profondità quanto stanno vivendo. Riconosciamo la loro resilienza, comunichiamo loro la convinzione che anche questo è un tempo prezioso per imparare gli elementi essenziali della vita umana. Anche questo è un tempo per crescere, per apprezzare la vita, per prenderci cura di essa, per costruire futuro. Non è tempo perduto, se è tempo di semina e di costruzione”. Infine, il “grazie” del presidente della Cei alla “presenza di speranza della comunità ecclesiale accanto agli uomini e alle donne del nostro tempo”, ed in particolare ai parroci, ai religiosi e alle religiose, ai catechisti, agli educatori: “Pur nelle difficoltà e nelle ristrettezze, mai è mancata la proposta liturgica e di educazione alla vita cristiana. La necessità di attenersi a Protocolli di sicurezza è coniugata alla cura per la liturgia, che non deve mai essere trascurata. La limitazione del potersi incontrare ha attivato una creatività sorprendente, generando esperienze e linguaggi che sicuramente ci aiuteranno anche nel nostro discernimento in vista della prossima Assemblea Generale”. “In questo comune sentire le nostre comunità cristiane sono chiamate ad abitare evangelicamente la crisi che pure le coinvolge e le attraversa, accettandola come un tempo di grazia donatoci per capire la volontà di Dio”, ha detto il cardinale a proposito della “prospettiva di futuro per le comunità ecclesiali, chiamate a maturare nuove consapevolezze in ordine alla loro presenza e alla loro missione nel mondo”. “Questo sarà possibile se si terrà lontano ogni rischio di autoreferenzialità ecclesiale, per incarnare sempre meglio uno stile di cura, che il tratto materno delle comunità cristiane ha come prerogativa singolare”, l’indicazione di rotta, a favore di “azioni ecclesiali che facciano maturare quella comunione dinamica che dà forma a una Chiesa sinodale”, per “una diakonia dell’umano nella sua integralità e complessità”. “Abbiamo un metodo: il discernimento della fede; abbiamo un interesse: la persona; abbiamo una prospettiva: la comunità”, ha concluso Bassetti: “Camminiamo su questo sentiero”.

 

 

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