Libano: card. Bechara Rai (patriarca maronita), presidente Biden sostenga la “neutralità libanese”

Il nuovo presidente statunitense, Joe Biden, potrà contribuire in maniera sensibile a tenere il Libano alla larga dai conflitti del Medio Oriente, se farà sua la parola d’ordine della “neutralità libanese” ed eviterà di considerare il Paese dei Cedri come soggetto secondario di alleanze obbligate con una o l’altra delle potenze regionali che si contendono l’egemonia in Medio Oriente. È questo l’auspicio che il patriarca maronita, card. Bechara Boutros Rai, ha espresso nell’omelia della messa celebrata ieri nella sede patriarcale di Bkerkè. Il cardinale libanese, riferisce Fides, ha fatto appello alla fede del neo-presidente Usa e al suo impegno per i valori spirituali, augurandosi che la sua amministrazione “guardi la questione Libano con questo sguardo, senza collegarlo a nessun altro Paese, contribuisca a tenerlo lontano dai conflitti territoriali, e sostenga il progetto di neutralità come via d’accesso al ripristino della sua stabilità e prosperità”. Nel corso dell’omelia, il patriarca maronita ha riproposto ancora una volta il suo richiamo alle forze e ai leader politici libanesi, responsabili a suo giudizio di uno stallo politico che assume tratti quasi criminali, se si considera la grave crisi economica, sociale e sanitaria in cui sta affondando il Libano: “Come fate a non formare un governo?”, ha chiesto il patriarca, rivolgendosi idealmente ai leader politici nazionali, “mentre il popolo urla dal dolore, è affamato dalla povertà e muore di malattia? (…) Come fate a non formare un governo, mentre la gente è davanti alle porte delle banche e implora di poter ritirare i propri soldi, senza trovarli? Come fate a non formare un governo, mentre le frontiere non sono protette, il contrabbando dilaga, la sovranità nazionale è compromessa, l’indipendenza è sospesa e la corruzione spadroneggia? Come fate a non formare un governo, mentre più della metà della popolazione è disoccupata e sotto la soglia di povertà? (…) Non avete alcun timore di Dio, del popolo, della coscienza e del giudizio della storia?”. L’ultimo governo libanese in carica, presieduto dal premier Hassan Diab, è caduto dopo le proteste seguite alle esplosioni nel porto di Beirut del 4 agosto 2020. Il sunnita Saad Hariri, leader del partito politico “Futuro”, è stato incaricato di formare un nuovo governo il 22 ottobre 2020, ma da allora non è ancora riuscito a costituire il nuovo gabinetto, anche a causa delle tensioni istituzionali sorte tra il premier incaricato e il presidente Michel Aoun intorno alla lista dei ministri che dovrebbero comporre la squadra di governo. A complicare lo scenario ci sono anche nuove pressioni internazionali che puntano a condizionare il profilo politico del nuovo esecutivo.

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