Coronavirus Covid-19: Spallanzani, “nuove varianti forse più trasmissibili ma non più letali”. Tuttavia con Rt maggiore più infetti e quindi più decessi

Varianti inglese, sudafricana e brasiliana: il Sars-Cov-2 si sta “evolvendo”. Queste nuove “versioni” sono più pericolose? Possono davvero cambiare la traiettoria della pandemia e mettere a rischio l’efficacia dei vaccini e delle terapie? “Queste nuove versioni del virus sono probabilmente più trasmissibili ma non più letali”. La risposta viene dalla direzione scientifica dell’Inmi“Lazzaro Spallanzani”, che sul sito di divulgazione scientifica www.scienzainrete.it ha pubblicato un articolo di approfondimento sulle mutazioni del genoma virale del Sars-Cov-2.
In epidemiologia, spiegano gli esperti, “l’emergere di nuove varianti è un evento prevedibile, non è di per sé motivo di preoccupazione, e il virus Sars-Cov-2 non fa eccezione. Ci sono virus più o meno soggetti a mutare, ma le evidenze che emergono dai primi mesi della pandemia confermano il Sars-Cov-2 come un virus abbastanza stabile”. Tuttavia, se la maggior parte delle mutazioni “non ha un impatto significativo sulla diffusione del virus”, alcune mutazioni o combinazioni di mutazioni possono fornire al virus “variato” un “vantaggio evolutivo”, come “una maggiore trasmissibilità o la capacità di eludere la risposta immunitaria dell’ospite”.
La prima cosa che emerge da tutte le analisi sin qui condotte è che “queste nuove versioni del virus sono probabilmente più trasmissibili ma non più letali. Tuttavia, il fatto che le varianti siano più trasmissibili ma non più letali, non deve essere motivo di grande consolazione”, precisano gli esperti perché a parità di letalità, una trasmissibilità maggiore soltanto del 20% (Rt 1,2) farebbe schizzare verso l’alto il numero degli infetti e di conseguenza dei decessi. Dunque mascherine, distanziamento, igiene delle mani. “Le misure da applicare continuano a essere le stesse, e se aumenta la trasmissibilità del virus dovranno essere mantenute con ancora maggiore attenzione, in attesa di colpire il virus con la nostra prossima mossa, il vaccino”.

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