Omicidio di Willy Monteiro: Alfarano (Ac), “che società stiamo costruendo se non riusciamo ad educare i giovani a relazioni migliori?”

“La morte di Willy Monteiro ci fa stare male e ci fa sentire colpevoli”. A parlare è Luisa Alfarano, vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica per il Settore giovani, associazione in cui il ventunenne di Paliano, ucciso a Colleferro (Rm), è cresciuto prima in Acr e poi, da adolescente, in un gruppo Giovanissimi parrocchiale. “La responsabilità che sentiamo è grande – spiega al Sir –. Noi, che siamo cresciuti ricevendo un accompagnamento educativo e poi ci troviamo ad accompagnare altri, ci domandiamo: ‘Cosa facciamo, se non riusciamo a educare a relazioni migliori? Come mai il nostro impegno non ha una ricaduta e non riusciamo a coinvolgere altre persone a vivere bene nella società?’”. Gli interrogativi sollevati dalla vicepresidente di Ac non vogliono indurre allo scoraggiamento ma richiamare a un impegno concreto: “L’Ac, come ogni agenzia educativa, non può occuparsi solo dei propri ragazzi – aggiunge –. L’Italia è piena di realtà giovanili, di vario profilo culturale. Dobbiamo camminare con i giovani, dare una testimonianza che parta dallo stile con cui vivono le relazioni e chiedere agli adulti uno sforzo maggiore di accompagnamento. Dobbiamo raggiungere anche giovani lontani, che pensano che la violenza e il sopruso li facciano vivere bene”. Una riflessione finale è ancora sul giovane ucciso: “Willy ci testimonia che non possiamo arrenderci, che possiamo farci vicini a chi è indifeso. La sua vita spezzata ci dice che altre vite non dovranno finire così. Non sappiamo come sarebbe andata se fosse arrivato un provvedimento prima, ma denunce e gridi di aiuto vanno ascoltati”.

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