Nicaragua: arcidiocesi di Managua, “oggi i simboli del nostro Paese sono profanati e la distribuzione della bandiera è diventata un crimine”

“Come Gesù Cristo davanti a Gerusalemme, piangiamo nel contemplare il dolore, la sofferenza e l’esilio dei nostri fratelli”. Lo scrive la Commissione Giustizia e Pace dell’arcidiocesi di Managua, in occasione del Mese della Patria, che si sta commemorando in Nicaragua.
Prosegue il messaggio, chiedendo ancora una volta libertà e rispetto per i diritti umani, così calpestati negli ultimi anni: “L’indipendenza della nostra Repubblica e il nostro inno nazionale continuano ad essere un ideale. La Patria non è una massa amorfa di individui. Questa terra ha visto la nascita di tutti i membri di un popolo che vive e si muove con una vita propria. Non possiamo essere guidati dall’esterno come un facile giocattolo nelle mani di qualcuno che sfrutta i nostri istinti e le nostre emozioni. Da bambini abbiamo imparato a venerare la nostra bandiera, lo scudo e ciascuno dei nostri simboli nazionali. Oggi con tristezza constatiamo che questi simboli sono profanati e capricciosamente manipolati a tal punto che la distribuzione della bandiera blu e bianca è diventata un crimine”. Tornano attuali le parole espresse dai vescovi del Nicaragua nel lontano 1972: “È necessario che al più presto si inizi a compiere passi efficaci per realizzare la libera integrazione dei cittadini in organizzazioni che, partendo dalla base, consentano loro di accedere alle decisioni che implicano il loro destino. E il primo passo, ovviamente, è che possono farlo senza pressioni o minacce da gruppi di potere”.

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