Diocesi: card. Betori (Firenze), “nostra società incapace di affrontare in modo pienamente umano il dramma dell’aborto”

“La genealogia di Gesù e la nascita di Maria, illuminandosi reciprocamente, ci aiutano anche a evidenziare l’importanza dell’atto della generazione. Occorre opporci a una cultura prigioniera di orizzonti di sterilità”. È il monito del cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nell’omelia della messa per la Natività di Maria celebrata questa sera nella Basilica della Santissima Annunziata. “La chiusura egoistica del soggetto è un carattere dominante del nostro tempo – ha osservato il porporato –. Dall’avarizia degli affetti deriva l’incapacità di pensare l’amore come qualcosa che si compie in una vita che si incarna in un soggetto nuovo, che costituisce il nostro stesso futuro. Da qui trae origine il dramma della denatalità che affligge il nostro popolo, ma più ampiamente qui ritroviamo le cause del dramma di una società che non ha più occhi per il proprio futuro e che sta perdendo le coordinate della speranza”.
“In questo orizzonte ristretto – ha concluso – si inserisce anche l’incapacità della nostra società ad affrontare in modo pienamente umano il dramma dell’aborto, con uno sguardo di compassione e vicinanza alla vita della donna e del frutto del suo grembo. Dare vita, farsi protagonisti della continua creazione del mondo accanto al Creatore, è un progetto non solo personale ma anche di civiltà, è un orizzonte da coltivare con cura”.

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