Samaritanus bonus: “sì” a cure palliative e obiezione di coscienza

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Le cosiddette cure palliative sono l’espressione più autentica dell’azione umana e cristiana del prendessi cura, il simbolo tangibile del compassionevole ‘stare’ accanto a chi soffre”. A sottolinearlo è la Congregazione per la dottrina della fede, nella lettera Samaritanus bonus, presentata oggi in sala stampa vaticana. “L’esperienza insegna che l’applicazione delle cure palliative diminuisce drasticamente il numero di persone che richiedono l’eutanasia”, si legge nel testo, in cui si raccomanda “un decisivo impegno” di queste ultime, “da attuarsi non solo nelle fasi terminali della vita, ma come approccio integrato di cura in relazione a qualsiasi patologia cronica e/o degenerativa, che possa avere una prognosi complessa, dolorosa e infausta per il paziente e la sua famiglia”. Delle cure palliative, ricorda la Santa Sede, “fa parte l’assistenza spirituale al malato e ai suoi familiari, soprattutto quando la sofferenza si prolunga per la degenerazione della patologia, all’approssimarsi della fine”. In questa fase, “la determinazione di una efficace terapia antidolorifica consente al paziente di affrontare la malattia e la morte senza la paura di un dolore insopportabile”. “Accanto alla famiglia, l’istituzione degli hospice, dove accogliere i malati terminali per assicurarne la cura fino al momento estremo, è cosa buona e di grande aiuto”, la raccomandazione della Samaritanus bonus. Anche nello “stato vegetativo” o di “minima coscienza”, si raccomanda nel testo, il malato “deve essere riconosciuto nel suo valore e assistito con cura adeguate”. Sì, inoltre, all’obiezione di coscienza, “dinanzi a leggi che legittimano – sotto qualsiasi forma di assistenza medica – ‘eutanasia o il suicidio assistito”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia