Diocesi: Civitavecchia-Tarquinia, ingresso del vescovo Ruzza. Mons. Marrucci, “il Signore benedica e renda fecondo il tuo ministero”

“Il Signore benedica e renda fecondo il tuo ministero. Ti accompagni e ti conforti la materna intercessione di Maria, Madre di Dio e della Chiesa”. Si è concluso con questo augurio il saluto di mons. Luigi Marrucci al suo successore, mons. Gianrico Ruzza, che ha iniziato oggi il suo ministero episcopale nella diocesi di Civitavecchia-Tarquinia.
“Caro fratello vescovo Gianrico – ha affermato mons. Marrucci –, tu oggi, sei per questa Chiesa particolare, il dono di Dio che, nel suo nome porta la pace, cioè dona Gesù Cristo, come Paolo lo definisce nella lettera agli Efesini: ‘Cristo è la nostra pace’ (Ef 2,14) e i profeti, per tutti Michea, lo avevano descritto ‘Egli sarà la pace!’ (Mi 5,4)”. “Come Cristo-pace, il vescovo – ha proseguito – è immagine di Dio Padre: una paternità che accoglie, che ama, che sempre perdona, che guida con saggezza e fermezza”. “Come Cristo-pace, il vescovo porta le stigmate del martirio: dire ‘sì-eccomi’ – ha ammonito mons. Marrucci – comporta sempre, e in tutte le circostanze della vita, accogliere anche il peso della croce e spesso la morte sulla croce”. E, ricordando le parole di san Paolo VI nel 1972, a nove anni dalla sua elezione a Sommo Pontifice, mons. Marrucci ha evidenziato che “al vescovo è richiesta l’immolazione quotidiana della vita”. Infine, “come Cristo-pace, il vescovo è servo di comunione e di fraternità”, ha osservato il vescovo emerito, assicurando al suo successore che “questa santa Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia – sacerdoti e popolo di Dio – cammina alla scuola dell’unico Maestro che è Gesù Cristo”.
Marrucci ha concluso il suo saluto riprendendo un passaggio della sua prima omelia, il 19 febbraio 2011, nella cattedrale: “Il vescovo che viene, non è il funzionario di turno che deve far girare gli ingranaggi della diocesi, né l’amministratore delegato di un’azienda che enuncia il suo piano di produzione; il vescovo è il padre di famiglia, generato dalla paternità di Dio, che è inviato per aiutare e favorire il cammino della fraternità e della comunione ecclesiale. Il vescovo viene per camminare con voi, vi accompagna, ritma con voi il passo, talvolta lo sollecita, ma sempre, tutti quanti, come discepoli alla scuola dell’unico Maestro Gesù Cristo”.

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