Papa Francesco: messaggio Giornata mondiale poveri, no a “mani in tasca, cinismo, globalizzazione dell’indifferenza”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il periodo della pandemia ci ha costretti a un forzato isolamento, impedendoci perfino di poter consolare e stare vicino ad amici e conoscenti afflitti per la perdita dei loro cari. Abbiamo sperimentato l’impossibilità di stare accanto a chi soffre, e al tempo stesso abbiamo preso coscienza della fragilità della nostra esistenza”. Nel messaggio per la Giornata mondiale dei poveri, in programma il 15 novembre sul tema “Tendi la tua mano al povero” (Sir 7,32), il Papa dedica ampio spazio all’analisi dello scenario che si è creato con l’emergenza sanitaria in corso e stigmatizza “l’atteggiamento di quanti tengono le mani in tasca e non si lasciano commuovere dalla povertà, di cui spesso sono anch’essi complici”. “L’indifferenza e il cinismo sono il loro cibo quotidiano”, la denuncia di Francesco: “Ci sono mani tese per sfiorare velocemente la tastiera di un computer e spostare somme di denaro da una parte all’altra del mondo, decretando la ricchezza di ristrette oligarchie e la miseria di moltitudini o il fallimento di intere nazioni. Ci sono mani tese ad accumulare denaro con la vendita di armi che altre mani, anche di bambini, useranno per seminare morte e povertà. Ci sono mani tese che nell’ombra scambiano dosi di morte per arricchirsi e vivere nel lusso e nella sregolatezza effimera. Ci sono mani tese che sottobanco scambiano favori illegali per un guadagno facile e corrotto. E ci sono anche mani tese che nel perbenismo ipocrita stabiliscono leggi che loro stessi non osservano”. In questo panorama, “gli esclusi continuano ad aspettare” e domina la “globalizzazione dell’indifferenza”: “Quasi senza accorgercene, diventiamo incapaci di provare compassione dinanzi al grido di dolore degli altri, non piangiamo più davanti al dramma degli altri né ci interessa curarci di loro, come se tutto fosse una responsabilità a noi estranea che non ci compete”. “Non potremo essere contenti fino a quando queste mani che seminano morte non saranno trasformate in strumenti di giustizia e di pace per il mondo intero”, l’appello finale.

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