Coronavirus Covid-19: Colombia, appello dei vescovi delle diocesi di Amazzonia e Orinoco. “Urgenti interventi verso popolazione più fragile”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

In vista della possibile avanzata della pandemia nell’Amazzonia colombiana e nel bacino dell’Orinoco, i 15 vescovi delle arcidiocesi, diocesi e vicariati apostolici di queste regioni della Colombia chiedono urgentemente alle autorità e a tutti i cittadini di agire in modo efficace e responsabile nell’attenzione alla popolazione, tenendo conto delle condizioni e dei limiti presenti in questi territori”.
In un comunicato stampa, i vescovi riconoscono gli sforzi compiuti dal Governo per concedere aiuti alla popolazione bisognosa. Tuttavia, “lo esortiamo ad agire in modo efficiente, rilevando che molte persone in precarie condizioni economiche non sono incluse nei programmi di aiuto, non sono state in grado di accedere al circuito di distribuzione di cibo o denaro”.
I vescovi insistono nel ricordare che, sebbene questa pandemia colpisca tutti i colombiani, le disuguaglianze sociali che si verificano in questi territori possono avere effetti in modo maggiore sui più deboli e su coloro che non sono protetti. Sottolineano, in particolare, la loro preoccupazione per ciò che sta accadendo nel carcere di Villavicencio e con gli abitanti di Puerto Leticia.
Contemporaneamente, chiedono a tutta la popolazione di continuare a rispettare le misure decretate dal Governo nazionale, per prevenire la diffusione massiccia del virus, anche se “riconosciamo che queste misure sono difficili da rispettare perché, già prima dello scoppio della crisi causata dal Covid-19, la popolazione amazzonica, e in particolare gli indigeni, i contadini e gli afro, si trovavano in una situazione di povertà strutturale, in condizioni di insicurezza alimentare e malnutrizione, senza accesso alla salute e all’acqua potabile”.
I vescovi si uniscono, dunque, all’appello dell’Organizzazione delle popolazioni indigene dell’Amazzonia colombiana (Opiac) per un dialogo urgente con il governo nazionale, regionale e altre organizzazioni, e ritengono che sia anche importante avere la “partecipazione di organizzazioni indigene e popolari”. Commenta al Sir mons. Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata e vescovo del vicariato apostolico di Puerto Leguízamo-Solano (Colombia): “La Chiesa è viva e la sua carità non si ferma. Ecco perché stiamo mettendo i nostri spazi fisici a disposizione delle autorità sanitarie. Attraverso il nostro ministero sociale, a livello vicariale e parrocchiale, continuiamo a offrire le nostre risorse umane ed economiche per alleviare questa crisi”. Aggiunge Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina: “Molto preoccupante questo appello dei vescovi, che sono vicini ai popoli indigeni, ora particolarmente esposti alla pandemia. I vescovi alzano la voce contro l’abbandono dello Stato e mi sembra che oggi abbiano un importante alleato nel nuovo arcivescovo eletto di Bogotá, mons. Rueda, che ha espresso pubblicamente un impegno significativo pastorale nei confronti della difesa dei diritti umani, della pace, della giustizia sociale”.

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