Coronavirus Covid-19: Coldiretti, in fase 2 un italiano su tre ricorre al cibo da asporto

Dall’immancabile caffè con il cornetto per colazione all’insalatona dimagrante per pranzo dopo un lungo periodo di inattività ma anche il pollo con le patate da riportare a casa per cena dopo la giornata di lavoro “salvano” il rientro al lavoro di più di 1 italiano su 3 (37%) che acquista cibo take away. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la fase 2 dell’emergenza coronavirus è segnata dal via libera ai cibi per asporto particolarmente significativo con la ripresa del lavoro per 4,4 milioni di italiani. Una opportunità colta da molte strutture localizzate in prossimità di stazioni ferroviarie, bus, uffici e imprese che si sono attrezzate per offrire il servizio in sicurezza ed evitare affollamenti. Per Coldiretti, la chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ha un effetto a valanga sull’agroalimentare nazionale con il valore dei mancati acquisti in cibi e bevande per la preparazione dei menu che sale a 5 miliardi. Da quando è scoppiata la pandemia  in Italia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l’agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 24mila strutture italiane. Di qui l’invito di Coldiretti: “Le strutture agrituristiche devono poter ripartire all’inizio di maggio riaprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy”.

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