Domenica Divina Misericordia: card. Zuppi (Bologna), “la misericordia non resta con noi se non la usiamo verso tutti”

“Pasqua è la manifestazione piena della misericordia di Dio, che non ci offre un amore condizionato, selettivo, limitato, ma pieno e per tutti. La sua misericordia ci fa risorgere con lui, perché Dio ci cambia amandoci. Egli rischia chiamando i peccatori, ma è venuto per salvare non per giudicare o condannare. Non vuole i sacrifici ma la misericordia, cioè cerca il nostro cuore, non le apparenze, le maschere, le ipocrisie, la superficie. Il cuore”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Maria Zuppi, nell’omelia pronunciata durante la messa per la Domenica della Divina Misericordia che ha presieduto nella basilica di Santo Stefano.
“La misericordia ci chiede di essere misericordiosi”, ha ammonito il porporato, sottolineando come “la misericordia – regalata come l’abbraccio del Padre al figlio giovane risorto dal peccato, che suscita la rabbia del maggiore, giusto ma non misericordioso – non resta con noi se noi stessi non la usiamo verso tutti. La perdiamo se ne facciamo un possesso, un diritto, come quel debitore, cui fu condonato un debito enorme ma che non era diventato misericordioso”.
Commentando la pagina evangelica, Zuppi ha notato come “questi giorni sono segnati da un buio grande, ci fanno sentire fragili, incerti, come storditi, increduli, ma anche diffidenti proprio come Tommaso”. “La resurrezione non vuol dire che non dobbiamo più combattere contro il male, ma che sappiamo che non vince più e che possiamo riconoscere nell’oggi la gloria della vittoria piena!”, ha aggiunto il cardinale. “La misericordia – ha concluso – ci fa ritrovare il nostro cuore e ci fa sentire” quello del Signore “nel nostro. Come Tommaso, non viviamo più da discepoli senza speranza, individualisti, ma dicendo ‘mio Signore’ sapremo dire anche ‘Padre nostro’ e ritrovare Gesù e i suoi-nostri fratelli per risorgere e con speranza cambiare il mondo, sanare tante ferite e aprire i cuori chiusi per la paura e la rassegnazione”.

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