Coronavirus Covid-19: Unicef, “sta aggiungendo ulteriori sofferenze ai bambini in Medio Oriente e Nord Africa”

Il Covid-19 continua a diffondersi nella regione del Medio Oriente e Nord Africa con oltre 105.419 casi e 5.699 morti associate (dati al 16/4). L’Iran registra il numero più alto di casi tra tutti i paesi nella regione, quasi l’80% del totale. È quanto denuncia l’Unicef in una nota in cui rimarca che “La regione presenta il più alto numero di bambini nel mondo che hanno bisogno di aiuto a causa dei conflitti e delle guerre in corso e il più alto tasso di disoccupazione tra giovani, mentre circa la metà di tutti i bambini nella regione vive in condizioni di povertà multidimensionale, privati dei servizi di base che comprendono istruzione, casa, nutrizione, cure mediche, acqua sicura, servizi igienico-sanitari e accesso alle informazioni”. Secondo Ted Chaiban, direttore regionale dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, “nella regione vivono circa 25 milioni di bambini che hanno bisogno di aiuto, compresi rifugiati e sfollati interni. La maggior parte di loro è stata sradicata dalle proprie case a causa di conflitti armati e guerre in Siria, Yemen, Sudan, Palestina, Iraq e Libia”. L’Unescwa (Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia Occidentale) stima che 1,7 milioni di posti di lavoro potrebbero andare persi nel 2020 a causa della chiusura della maggior parte delle aziende, della sospensione dei salari e un quasi totale lockdown. “Si prevede che tutto questo incrementerà la povertà di ulteriori 8 milioni di persone nella regione”. Secondo l’Unicef, probabilmente la metà saranno bambini. Unicef nelle ultime settimane ha raggiunto con attività di sensibilizzazione e formazione volte a prevenire i contagi, circa 22 milioni di persone attraverso tv, radio, giornali e più di 7 milioni di persone attraverso piattaforme digitali. È stato fornito supporto ai ministeri della Salute e agli operatori sanitari sul campo con la distribuzione di aiuti medici e sanitari fondamentali, che comprendono dispositivi di protezione individuali come mascherine chirurgiche, camici, guanti e occhiali protettivi, kit per test per il Covid-19, prodotti igienici, termometri e formazione per gli operatori sanitari sulla prevenzione. Si lavora anche per preservare e riparare gli impianti idrici per fornire acqua sicura alle comunità nella regione, per supportare gli sforzi dei Ministeri dell’Istruzione per la continuità dell’istruzione attraverso programmi di apprendimento a distanza, per dare a genitori e a coloro che si prendono cura dei bambini – mentre rimangono a casa con i bambini – strumenti su attività ricreative ed extra scolastiche per rispondere ad alcune delle conseguenze psicologiche del lockdown. Per fronteggiare le fake news, Unicef ha lanciato una campagna di massa sui social media con informazioni in arabo e altre lingue locali. Per continuare le sue attività di risposta nella regione per combattere il Covid-19, Unicef chiede 92,4 milioni di dollari.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo