Coronavirus Covid-19: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “ci ha fatto ridisegnare il confine e riscoprire solidarietà e cura dell’altro”

“Oggi, al giro di boa di questa pandemia, siamo chiamati, tutti, indistintamente, ad appellarci all’essenziale. Indifesi, come all’improvviso ci siamo ritrovati tutti, contro una lotta al contagio, che sembra richiedere un ricompattamento sociale in ordine a comportamenti sani e solidali”. Lo scrive in una riflessione mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio. Secondo il presule, “questa esperienza, così tanto dolorosa, ci ha comunque insegnato a rivivere le nostre più intime relazioni” e ci ha dato modo di “riscoprire gli affetti veri”. E ci ha insegnato a “ridisegnare il confine, quell’unico pezzo di terra che sembra dividere due luoghi geografici ma, se ben ci pensate, è, allo stesso tempo, il solo punto in cui, due luoghi si toccano”. Questa, avverte Savino, “è la metafora più vera di questo tempo, rimodulare il senso di confine come luogo tangibile di unione e non di separazione fisica. Ripensare tutti i confini, quelli delimitati dai ‘barconi’, quelli sui quali abbiamo costruito i muri e che non siamo riusciti a buttar giù a suon di questa solidarietà, che ora è una moneta di scambio, di fronte alla paura”.
“Si può infangare l’onore di un uomo e persino ucciderlo – sostiene il presule –, ma mai si potrà uccidere la sua dignità, quella umana, che per i credenti riposa e si sorregge sulla gloria del Risorto. Proprio a partire da Lui e dalla dignità di ciascuno, possiamo riscoprire la cura dell’altro anche nell’aiutare chi è in difficoltà, perché non può esistere vergogna nel farsi aiutare e nell’aiutare, fino ad affrontare la morte, in noi stessi e negli altri, riaffidandoci al Cielo”.

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