Migranti: Msf, richiedenti asilo in pericolo a causa delle politiche di Stati Uniti e Messico

(Foto: Medici senza frontiere)

“Le nuove politiche migratorie di Stati Uniti e Messico stanno bloccando migranti e richiedenti asilo in condizioni pericolose, con gravi conseguenze per la loro salute fisica e psicologica”. È quanto emerge dal nuovo rapporto “No Way Out” (“Nessuna via d’uscita”) di Medici senza frontiere (Msf) che si basa su 480 interviste a uomini e donne tra i 15 e i 66 anni, provenienti dall’America Centrale, e sulle testimonianze di alcuni operatori umanitari dell’organizzazione.
Nel dossier anche i dati medici relativi alle oltre 26.000 persone assistite durante i primi nove mesi del 2019, che evidenziano gli alti livelli di violenza e di maltrattamenti subiti dai migranti e dai rifugiati nei loro paesi d’origine, lungo la rotta migratoria e sotto la custodia delle autorità statunitensi e messicane. La violenza nel Triangolo Nord del Centroamerica (Ntca), che include El Salvador, Honduras e Guatemala, è paragonabile a quella testimoniata nelle zone di guerra in cui Msf lavora da decenni ed è uno dei fattori principali che alimenta le migrazioni verso il nord, in direzione del Messico e degli Stati Uniti.
“Dopo anni di raccolta di dati medici e testimonianze è evidente che molti dei nostri pazienti stanno disperatamente fuggendo dalla violenza nei loro Paesi di origine – dichiara Sergio Martin, capomissione di Msf in Messico -. Queste persone meritano protezione e cure e, come minimo, l’opportunità di chiedere asilo. Invece lungo la rotta migratoria si trovano esposti a un livello di violenza ancora più grande e non riescono a entrare in paesi sicuri. Restano così bloccati in luoghi pericolosi, senza alcuna possibilità di trovare sicurezza”.
Il 61,9% degli intervistati ha dichiarato di aver vissuto situazioni violente nei due anni precedenti l’uscita dal proprio Paese. Circa la metà degli intervistati cita l’esposizione alla violenza come la ragione fondamentale della fuga. Più del 75% delle persone che viaggiano con bambini ha dichiarato di essere partito a causa della violenza, incluso il reclutamento forzato in bande criminali. Le persone sono esposte alla violenza anche lungo la rotta della migrazione in Messico: il 57,3% delle persone intervistate è stato vittima di aggressioni, estorsioni, violenze a sfondo sessuale o torture.

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