Covid-19 e disabilità: don Lorenzetti (Centro Don Guanella), “abitare questa periferia esistenziale fatta di fragilità”

“Di fronte alla richiesta delle Asl abbiamo pensato: non possiamo girarci dall’altra parte; se si può fare un po’ di bene, facciamolo, e facciamolo bene e con amore”. In un’intervista al Sir  don Fabio Lorenzetti, direttore del Centro di riabilitazione per disturbi del neurosviluppo dell’Opera Don Guanella di Roma, racconta la nascita, presso la Casa San Giuseppe, del primo reparto Covid per pazienti con disabilità intellettiva che da oggi apre i battenti anche agli “esterni”. Da oggi infatti, attraverso la Coa (Centrale operativa aziendale) gestita dalla Asl che ha il compito di verificare il fabbisogno del territorio e inviare le persone in base ai bisogni specifici, verranno accolti nella Casa San Giuseppe, inserita nel sistema regionale, pazienti Covid con disabilità intellettiva provenienti dalle proprie abitazioni o dimessi dagli ospedali ma non ancora in grado di rientrare a casa: 14 i posti in reparto che possono aumentare fino a 26 in caso di emergenza.
Perché in queste situazioni così delicate ed “estreme” c’è bisogno di un ambiente rassicurante, il più possibile simile all’atmosfera che si può trovare in famiglia, dove la prima “cura” sono il sorriso, il calore e l’attenzione alle relazioni primarie. “Nel Lazio siamo i primi – prosegue il sacerdote -, ed è un modo di abitare questa periferia esistenziale fatta di fragilità”. “I nostri ospiti – quelli attuali e quelli che ci verranno inviati dall’esterno – sono praticamente degli ‘invisibili’”. “Don Guanella – conclude – ci insegna che anche gli ‘ultimi’ hanno una loro dignità e una bellezza da tutelare, e il Vangelo ci assicura che sono i più vicini al cuore di Dio”.

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