Avvento: mons. Solmi (Parma), “essere in attesa vigilante fa accogliere l’altro nella sua unicità”

“È il messaggio dell’attendere Dio che ci viene incontro nel nostro deserto, spesso frenetico o nervoso per pause forzate, come con la pandemia. Calma la nostra corsa e la pretesa di essere i soggetti di tutto, mettendoci nella logica della risposta, essa stessa promossa da un suo input, garbato e intrigante”. Lo scrive il vescovo di Parma, mons. Enrico Solmi, nell’editoriale di Vita Nuova-Parma Sette, dedicato all’Avvento. “Per una volta siamo riportati alla verità di una ‘creta’ intelligente e libera che è importante non perché fa, ma perché si lascia impastare, disfare e rimpastare ancora. I benefici sono visibili per chi ci sta accanto”.
Soffermandosi sull’attesa dell’Avvento, il presule evidenzia che “essere in attesa vigilante fa accogliere l’altro nella sua unicità, e toglierci, se necessita, dal centro del ring, dandogli lo spazio del quale ha bisogno”. “Se lo trova dentro di noi, dopo avere sgombrato tante cose, facilmente lo troverà nelle cose quotidiane – aggiunge -, nelle relazioni orizzontali e verticali che fanno la famiglia”. Citando l’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco, il vescovo auspica un’attesa che “ridisegna lo spazio sociale e lo scenario politico strettamente connessi alla visione che la persona ha di sé e del suo agire”. “Papa Francesco ci ricorda che le grandi scelte politiche, le vie di pace, partono dall’artigianato dell’amicizia sociale e da gesti anche minuti che hanno il potere di raccogliersi in grandi progetti. Anche questo è attendere. È Avvento”.

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