Natale 2020: Squillaci (Fict), “il dono più bello è la vicinanza con la splendida umanità che ospitiamo nei nostri centri”

“È stato un anno difficile per tutti noi, per le nostre comunità, per le nostre famiglie. Abbiamo dovuto salutare compagni di strada ai quali siamo legati da grande affetto, don Giorgio Bosini, padre Fausto Torresendi, Daniele Corbetta. Abbiamo fatto i conti con una pandemia terribile che ancora purtroppo flagella i nostri servizi e che rischia di mettere in ginocchio un sistema già fortemente provato da anni di indifferenza ed abbandono”. Inizia così il messaggio di auguri natalizi del presidente nazionale della Fict, Luciano Squillaci, ai ragazzi e operatori delle comunità.
“Abbiamo faticato enormemente per mantenere viva una comunicazione istituzionale e per ricordare costantemente ai decisori politici che esistiamo – ricorda Squillaci -. Nonostante tutto però siamo ancora qui, con le nostre povere forze e con le nostre enormi debolezze. E se siamo qui lo dobbiamo a tutti gli operatori che in questo difficile 2020 non si sono lasciati scoraggiare, continuando a ‘sperare oltre ogni speranza’”.
Il presidente della Fict evidenzia che “il dono più bello” è “la vicinanza con la splendida umanità che ospitiamo nei nostri centri”: “È un privilegio poter condividere con i nostri ‘ragazzi’ il Natale del Signore, è lo è ancora di più quest’anno. A ben vedere infatti, abbiamo proprio da loro, solitamente ‘esclusi’, un esempio vivente di accoglienza concreta”.
Ricordando un albero di Natale addobbato qualche anno fa in comunità solo sul davanti, Squillaci osserva: “Sarà la debolezza di tutti noi di fronte al virus, le paure, i dubbi, le fatiche, sarà l’aver scoperto tutto ad un tratto di come siano fragili le certezze di cui amiamo circondarci, sarà il periodo di questo Natale così strano, eppure a ripensarci bene, sono convinto che quell’anno i ragazzi mi hanno dato una grande lezione”. Non si tratta “di nascondere i nostri difetti, il nostro vuoto, le nostre debolezze agli occhi di chi incontriamo e soprattutto di chi accogliamo, ma di offrire sempre la parte migliore di noi, addobbando il nostro sorriso e allargando le braccia per mostrare i colori del nostro cuore. E pazienza se dietro le spalle lasciamo un po’ del nostro dolore, delle nostre sconfitte, se per una volta ci accostiamo all’altro provando a offrirgli tutte le decorazioni più belle che abbiamo. Avviciniamoci all’altro preparati come l’innamorato al primo appuntamento… Ci sarà tempo poi per condividere anche le fatiche”.
Il presidente della Fict conclude augurando a operatori, famiglie, volontari ragazzi dei Centri che “sia davvero un Natale di rinnovata speranza, nella certezza che molto presto questa umanità ferita ritroverà la serenità perduta, nella gioia dell’incontro con il Salvatore degli umili”.

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