Natale 2020: mons. Carboni (Oristano e Ales-Terralba), “non nascondere questa Luce, non rinchiuderla, non lasciarla morire”

“Noi siamo – pur così fragili e deboli – i propagatori di quella Luce che ci è stata donata”. L’arcivescovo di Oristano e Amministratore Apostolico della diocesi di Ales-Terralba,  padre Roberto Carboni, nel suo messaggio natalizio ai fedeli delle due diocesi indica la missione e l’impegno quotidiano perché il Natale non sia “usa e getta”. “Ci viene chiesto di non nascondere questa Luce, di non rinchiuderla, di non lasciarla morire. Non abbiamo avuto bisogno di scalare l’Olimpo per conquistarla; è stata un dono inatteso da passare di mano in mano, un pane da condividere fra molti. Ha un nome e lo vogliamo annunciare: è Gesù, il Salvatore. Non c’è Natale senza Gesù”. Nel periodo dei regali “il vero regalo è Lui stesso che viene, Lui che si fa trovare, Lui che suscita domande”, aggiunge mons. Carboni.  “Non ci scandalizza che altri facciano festa senza pensare a Lui, che talvolta Natale sia solo sinonimo di vacanze, cibo e baldoria. Siamo anche noi parte di questa storia e di questa cultura, con essa ci confrontiamo e ci lasciamo provocare. Ma dobbiamo anche dirlo chiaro  – aggiunge l’arcivescovo – che il Natale è Gesù Cristo: è Lui che celebriamo, è lui che ricordiamo, è Lui che aspettiamo. Ma, attenzione: non siamo noi a salvare il Natale, è il Natale che salva noi! Non imponiamo alla celebrazione del Natale il tempo dell’orologio, ma lo accogliamo come un tempo favorevole che ci è stato offerto”.  Mons. Carboni ha anche indirizzato un messaggio personale ai sacerdoti e diaconi, calato nella realtà di una situazione straordinaria che, quest’anno, ha tolto ai presbiteri molte occupazioni ministeriale del tempo natalizio. “Abbiamo adesso l’occasione di dare maggior spazio a noi stessi e a Dio. Siamo invitati – scrive l’arcivescovo – ad un ascolto più attento della Parola, a rifrequentare la meditazione, a rileggere la nostra vita sacerdotale di questi anni alla luce dello Spirito, a chiedere al Signore maggiore concentrazione su ciò che è essenziale e soprattutto rivolgere uno sguardo attento ai bisogni della nostra gente, quelli spirituali e quelli materiali”.

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