Coronavirus Covid-19: appello di 180 cattolici sardi alle Istituzioni, “urgente la ‘buona politica’. Non sprechiamo la crisi”

“‘Non ci si salva da soli’. Per battere il Covid in Sardegna è urgente la ‘buona politica’. ‘Non sprechiamo la crisi!’”. Comincia con queste parole l’appello inviato da un gruppo di 180 cattolici ai rappresentanti istituzionali e alle forze politiche e sociali della Sardegna. L’invito è quello di mettere in atto “un impegno corale che, nel rispetto delle differenze delle diverse appartenenze politiche e culturali, ci renda solidali e attivi per uscire dalla situazione di crisi e difficoltà antiche e attuali della nostra Regione”.
Il documento parte dall’analisi della situazione: “La Sardegna – sostengono i firmatari – nel momento in cui ha bisogno della più grande ricostruzione morale sociale ed economica della sua storia contemporanea – che può iniziare proprio dalla lotta al Coronavirus e ai suoi devastanti effetti – risulta paralizzata da un insieme di contraddizioni che si scaricano soprattutto sui più deboli”.
I contraccolpi di Covid-19 hanno ulteriormente aggravato le già precarie condizioni economiche e sociali della Regione. “L’aggiornamento congiunturale dell’economia della Sardegna del novembre 2020, pubblicato dalla Banca d’Italia, sottolinea la forte negatività di tutte le variabili (molto peggio di quanto accaduto a livello nazionale), dal Pil ai consumi, dalle esportazioni all’occupazione, dal fatturato agli ordinativi di tutti i settori dall’agricoltura all’industria, dal commercio all’edilizia, dal turismo ai servizi. Gli effetti di questa crisi strutturale – si legge nel documento articolato in sei punti, inviato per conoscenza a tutti i vescovi isolani – avranno pesanti conseguenze oltreché sul piano sociale anche su specifiche situazioni come l’emigrazione dei giovani istruiti, l’ulteriore spopolamento dei piccoli comuni, l’incremento dei livelli di povertà”.
Le principali emergenze evidenziate dai firmatari sono scuola, trasporti, sanità, farraginosità burocratica, famiglia e politica segnata dal crollo della partecipazione dei cittadini. Da qui la richiesta di una “buona politica” il cui “obiettivo principale deve essere, in questo frangente, la salvezza della dignità delle persone, concentrando ogni sforzo sul lavoro, sulla ricerca del bene comune e non sull’assistenzialismo”. E l’esortazione: “Non sprechiamo la crisi!”, richiamando le parole di Papa Francesco.

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