Riviste: mons. Sigismondi su “Segno nel mondo”, “nel tempo della prova la comunità cristiana è chiamata a tenere viva la speranza”

“In questo tempo, segnato da dure prove e stimolanti avventure, la comunità cristiana è chiamata a tenere viva la speranza”. Lo scrive mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi e assistente ecclesiastico generale di Azione Cattolica, nel nuovo numero della rivista “Segno nel mondo”. Mons. Sigismondi firma l’editoriale dal titolo “Prigionieri della speranza”. “C’è un legame profondo tra speranza e attesa, come lascia intendere il verbo esperar della lingua spagnola e portoghese, nel suo duplice significato di sperare e attendere. La speranza, prima di essere una virtù, è una persona: ‘Cristo Gesù nostra speranza’ (1Tm 1,1). Egli, ‘speranza della gloria’ (Col 1,27), ha vinto la morte ‘calpestandola come terra battuta’. La Pasqua è il cardine della speranza! Dal dialogo del Risorto con i discepoli di Emmaus – sottolinea Sigismondi – si evince che il verbo sperare non lo si può coniugare all’imperfetto, ‘noi speravamo’ (Lc 24,21), ma al presente indicativo della prima persona plurale. È solamente nel ‘noi’ della fede della Chiesa che i credenti imparano a fissare ogni speranza in Dio, a mettere in fuga l’ansia: alleata della rassegnazione e avversaria della speranza”.
Più avanti il vescovo scrive sulla rivista nazionale di Ac: “Fissare ogni speranza in Dio, attendere la beata speranza, rendere ragione della speranza, abbondare nella speranza, esultare nella speranza: queste sono alcune tappe del cammino della speranza, che rende adulti, cioè padri nella fede”. “Nelle vicissitudini della storia, ove Dio passeggia in incognito ricavando il bene da tutto, la Chiesa rimane ancorata alla speranza”.

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