Migranti: Save the Children, “non possiamo rimanere inermi a fare la conta delle vittime”

Una bimba di circa 15 mesi dispersa nell’ennesima tragedia nel Mediterraneo Centrale , che si conferma essere una delle rotte più letali al mondo con oltre 360 morti e dispersi dall’inizio dell’anno. “Il Mediterraneo centrale è ancora una volta lo scenario di una tremenda tragedia, che ha coinvolto una bambina di appena 15 mesi, che aveva intrapreso un viaggio alla ricerca di un futuro migliore insieme ai suoi cari, che risulta dispersa”, sottolinea Save the Children. In base a quanto riportato, la piccola risulta dispersa in seguito al naufragio avvenuto davanti alle coste di Lampedusa.
“Non possiamo rimanere inermi a fare la conta delle vittime. Non possiamo consentire che giovani vite vengano spezzate così. Stiamo parlando di persone, non di numeri vuoti. Ognuna di quelle persone fugge da guerre, persecuzioni, violenze, povertà estrema, crisi umanitarie e rischia la propria vita, affidandosi ai trafficanti, in mancanza di vie legali e sicure, per raggiungere l’Europa, sfidando la traversata di una delle rotte più letali al mondo”, dichiara Giorgia D’Errico, direttrice Relazioni istituzionali di Save the Children.
In base agli ultimi dati disponibili, dall’inizio dell’anno sarebbero 367 i morti o dispersi nella rotta del Mediterraneo centrale. Sono ormai anni che queste tragedie continuano a ripetersi, ma Save the Children evidenzia che è arrivato il momento di un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa e dell’Italia affinché mettano finalmente al primo posto la vita delle persone in ogni decisione sulle politiche migratorie.
Secondo l’organizzazione, inoltre, è fondamentale attivare un sistema europeo di ricerca e soccorso in mare, aprire vie legali di accesso, nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari, aprire corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga.

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