Diocesi: mons. Parisi (Lamezia Terme), “la croce ci parla del dramma della storia dell’uomo”

(foto diocesi Lamezia Terme)

“Che senso ha la croce? Che senso ha la croce che portiamo sulle spalle o quella che guardiamo davanti a noi, quel legno nudo di un patibolo? Se non comprendiamo la bruttezza della croce, se non rabbrividiamo di fronte a quello strumento di morte, come potremo comprendere il sacrificio di Cristo o dei tanti Cristi che prendono quella croce e ce la mostrano? Di fronte alla croce, le domande sono impegnative e le risposte sono difficili da accogliere e da vivere”. Sono queste le parole di mons. Serafino Parisi, vescovo di Lamezia Terme, alla Via Crucis in cattedrale di ieri sera, animata da diversi gruppi diocesani. “La croce ci parla del dramma della storia dell’uomo: la croce della malattia, della mancanza di pace, delle guerre grandi e piccole. Quella croce che non ci fa dormire, quella croce che ha il volto di un bambino sporco di sangue che trema”. Il vescovo di Lamezia Terme ha sottolineato come non ci sia mai stato e non ci sarà mai un momento in cui qualcuno abbia potuto dire che la croce è bella o che piace, anche perché è il simbolo di tutto quello che nessuno vorrebbe mai provare su di sé. “Per noi cristiani la croce ha un senso perché la croce ha accolto il Crocifisso, che ha portato con sé tutti i drammi dell’umanità. La croce e il Crocifisso non hanno ‘né apparenza né bellezza’, ma hanno la capacità di generare dentro di noi una domanda sul senso del dolore e sul senso della vita. La croce piantata dentro il baratro dell’umanità, proprio perché è sormontata dal Crocifisso, diventa albero della vita. Prendere consapevolezza della pesantezza e della bruttezza della Croce ci porta a dire che Gesù Cristo ha dato un senso nuovo a quello strumento di morte trasformandolo in occasione di vita”, ha proseguito mons. Parisi, invitando tutti ad avere speranza attraverso la croce che è la verità dell’uomo. “Tutto accade per l’amore di Dio che è quel cerchio di carità all’interno del quale tuto è compreso, anche le nostre croci, che restano pesanti e brutte, ma possono essere occasione di redenzione, salvezza e vita”, ha concluso il presule.

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