Teologia: mons. Staglianò (Pont. Accademia), “non conosciamo il significato delle parole centrali della nostra fede”

“Una teologia per il nostro tempo e per il nostro popolo”. È il tema trattato dal presidente della Pontificia Accademia di Teologia, il vescovo Antonio Staglianò, intervenuto presso il santuario di Paola per aprire il seminario di studi “Calabria teologica – Pensare e vivere la fede qui e ora”, promosso da Fondazione “S. Francesco di Paola” onlus e Conferenza episcopale calabra. Un itinerario di appuntamenti che si articola in conferenze settimanali fino al 17 agosto. Mons. Staglianò, dopo il saluto del provinciale dei Minimi, padre Francesco Trebisonda, è stato introdotto dal teologo Giuseppe De Simone. Il presidente della Pontificia Accademia di Teologia, riprendendo il tema, ha affrontato anche il problema della comprensione dei termini, “non solo di teologia, ma anche di altre parole come kerigma, catechesi ecc.; non conosciamo – ha detto – il significato delle parole centrali della nostra fede”. Il vescovo ha invitato a vivere “una fede pensata”. Poi ha aggiunto “una teologia per il popolo dovrebbe essere un pensiero critico che non si elabora con categorie concettuali e filosofiche, è invece una teologia come sapienza, mentre oggi parliamo solo di teologia come scienza”. In tale prospettiva poi assumeva significanza lo sprone a riscoprire l’essere comunità, una sola carne, non limitandosi a “vivere una religiosità disincarnata e un cattolicesimo convenzionale. Dio è una persona vitale”, ha ribadito in conclusione. Per cui è necessario – vivere “la teologia popolare che fece Gesù”. L’incontro è stato coordinato dal teologo don Roberto Oliva.

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