Parlamento Ue: Qatargate, allo studio misure per controllare il lobbismo e prevenire forme di corruzione e affarismi

(Bruxelles) Dopo l’avvio del cosiddetto “Qatargate”, la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, pensa a nuove misure per controllare il fenomeno delle “porte girevoli” degli europarlamentari , contrastare l’influenza straniera, regole più stringenti per l’accesso agli edifici Ue e rafforzare le sanzioni. La newsletter Contexte pubblica un’anticipazione dei 14 punti chiave che dovrebbero essere discussi oggi tra i presidenti dei gruppi politici all’Eurocamera. Agli eurodeputati sarebbe “vietato esercitare direttamente attività di lobbying al termine del mandato. L’indennità di fine del mandato sarà subordinata a questo”, si legge. Sarebbe previsto anche l’obbligo per gli europarlamentari di pubblicare “maggiori informazioni, le sanzioni adottate nei loro confronti, tutti i regali ricevuti, un elenco dei viaggi intrapresi in Paesi extra Ue o gli appuntamenti in programma”. Metsola proporrebbe di “aumentare il personale dedicato al registro della trasparenza delle lobby, dove al momento lavorerebbero solo una decina di dipendenti a tempo pieno per monitorare 12.500 entità”.
Ogni deputato dovrebbe pubblicare “un elenco di tutti gli interlocutori esterni incontrati nel corso del lavoro su un dossier o una relazione”. Contexte ricorda che quest’obbligo “è stato introdotto nel 2021, ma solo per i presidenti di commissione, i relatori e i relatori ombra e secondo Transparency International non è rispettato da molti eurodeputati”. Si andrebbe verso lo stop a “strutture informali e poco controllate” per le relazioni con Paesi terzi. Per essere nominati relatori o relatori ombra gli eurodeputati dovrebbero “dichiarare ogni possibile conflitto di interesse”. Metsola chiederebbe di rafforzare le regole sulle dichiarazioni finanziarie e i redditi da altri lavori.

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