Povertà: Garroni (Azione contro la fame), “l’insicurezza alimentare esiste anche in Italia e investe fasce di popolazione sempre più estese”

Oggi in Italia quasi una persona su 10 può essere considerata povera: dal 2005, infatti, la povertà assoluta è più che raddoppiata, investendo 5,6 milioni di persone. Più che triplicata tra i bambini, che sono 1,3 milioni, il 14,2% del totale contro il 3,9% del 2005. Lo rivelano i recenti dati Istat, a cui si aggiunge il rapporto Inps che ci parla di una povertà dilagante, anche tra gli occupati e i pensionati. “Sono dati allarmanti che confermano quanto già rilevato dalle nostre analisi e dalle attività sul territorio: i bambini sono i più fragili tra i fragili, e lo stesso vale per le famiglie con figli minori, specie se monoparentali”, dichiara Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame in Italia, organizzazione internazionale che ha appena concluso il primo ciclo di un progetto-pilota “Mai Più Fame: dall’emergenza all’autonomia” basato in Italia, il cui obiettivo è il contrasto all’insicurezza alimentare attraverso un percorso di sostegno alla spesa, maggiore consapevolezza nei consumi e nelle pratiche alimentari e accompagnamento all’autonomia lavorativa.
Il progetto si basa sull’esperienza già sperimentata dal network di Azione contro la Fame in Spagna, Palestina, Georgia e in diversi paesi dell’America Latina, con ottimi risultati, e che ha già ricevuto diversi premi, tra cui il RegioStar Award dell’Unione europea, come buona pratica per la promozione di una crescita inclusiva.
“La fame, o meglio l’insicurezza alimentare, esiste anche in Italia e investe fasce di popolazione sempre più estese. Tra queste anche gli occupati e i pensionati, come rivela il recente rapporto Inps. L’inflazione si abbatte sul reddito reale, riducendo il potere d’acquisto, anche e soprattutto dei generi essenziali, come quelli alimentari, con rincari al + 9,1% a giugno 2022, e a farne le spese in modo diseguale sono i più vulnerabili, le famiglie più numerose, specie se con figli minori. Lo confermano anche i dati Istat: il 45,3% delle famiglie in stato di povertà assoluta ha figli minori – continua Garroni –, lo abbiamo constatato anche sul campo, incontrando le persone che hanno partecipato al nostro progetto. Alla mancanza di lavoro si aggiunge poi la difficoltà di conciliazione con la vita familiare, specie nei casi di mamme sole con uno o più figli”.
Cinque milioni di occupati, infatti, sono “non-standard”, categoria che, ovviamente, esclude il lavoro “in nero”. “Cifre preoccupanti, che tuttavia non ci lasciano sorpresi – sottolinea Garroni e spiega – già un anno fa, con il nostro progetto-pilota lanciato a Milano, abbiamo voluto occuparci della povertà e dell’insicurezza alimentare, anche in Italia. È la grande urgenza del Paese, che rischia di precipitarci rapidamente in uno scenario che pensavamo essere relegato al passato e ad altre aree geografiche: quello della fame”.

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